
David Eugene Edwards non si smentisce, in ‘Refractory Obdurate’ , il suo più recente lavoro con i Wovenhand e continua a confermarsi quel musicista che riesce ad accostare cose decisamente lontane tra loro, come la musica folk e i ritmi gotici.
Anche questo album, come già i precedenti, è intriso di una visione religiosa della vita che caratterizza la sua intera carriera. E’ pentecostale, Edwards, e non se ne scorda, né ce ne fa dimenticare. La sua voce stentorea è quella di un predicatore che porta il Verbo attraverso il calane che maggiormente gli appartiene e, cioè, la musica.
Quattro anni fa, in un’intervista, Edwards dichiarò: “Questa (la religione) è la lente attraverso la quale vedo ogni cosa e non è qualcosa ce sono abituato a usare”.
Ma ‘Refractory Obdurate’ va oltre la religiosità del musicista e recupera suoni più decisi, per spostarsi verso l’esplorazione di musiche che provengono da altre realtà: quelle degli indiani d’America, su tutte, con un canto che quasi lo trasforma in un antico sciamano. Ma ci sono anche suoni che vengono direttamente dal country e dal mondo arabo.
Questo album si avvicina ai lavori di Edwards con i 16 Horsepower – la band che ha preceduto i Wovenhand – e che è riuscita a portare i suoni più elettrici e, in qualche misura, più ‘acidi’ all’interno dei ritmi folk e country.
Qua infatti i toni sono scuri, la voce di Edwards è sempre più prossima a quella del più recente Nick Cave
Un viaggio, quindi, quello che propongono i Wovenhand, attraverso sonorità diverse che si inchinano al volere di un artista che prosegue nel suo cammino, fatto di piccole e importanti tappe sonore, dove c’è posto per tanto, ma dove viene tenuta fuori dalla porta la retorica, sia verbale che musicale.
TRACKLIST
- Corsicana Clip
- Masonic Youth
- The Refractory
- Good Shepherd
- Salome
- King David
- Field of Hedon
- Obdurate Obscura
- Hiss
- El-bow