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Afghan Whigs – In Spades

Dopo la reunion del 2012, con questo secondo album, gli Afghan Whigs hanno confermato la strada intrapresa dal leader Greg Dulli che ha deciso di rivedere pesantemente il suono della band per renderlo più attuale, rispetto alle origini della band. ‘In Spades’ porta il ‘marchio’ di Dulli sia musicalmente, sia per quanto concerne i temi trattati che nascono direttamente dalle sue ossessioni e dalle sue paranoie.
Le canzoni che compongono questo album risiedono nella parte oscura della psiche umana ed esplorano gli aspetti più inquietanti delle relazioni romantiche, un tema che Dulli non riesce proprio ad abbandonare, anche se, di tanto in tanto, ci prova.
Musicalmente, Dulli ha preso la sua fusione tra il blues e l’indie rock e l’ha rielaborata. Sebbene il risultato sia abbastanza simile a se stesso, cambiano fondamentalmente gli ingredienti: c’è infatti una minore enfasi sulle chitarre rispetto al passato e tastiere e archi ne prendono sostanzialmente il posto.
In realtà, questo disco – e in parte anche il precedente – potrebbero sembrare più lavori di Dulli con il suo side-project ‘Twilight Singers che non un disco degli Afghan Whigs, ma la qualità della proposta musicale è nettamente superiore a quella avuta dal side-project, ma anche dall’album che ha preceduto questo ‘Do to the Beast’. Suona infatti molto più potente, evoca atmosfere sinistre e genera una sana inquietudine. ‘In Spades’ conferma il talento di Greg Dulli un artista che merita sicuramente seguire.

TRACKLIST

  1. Birdland
  2. Arabian Heights
  3. Demon In Profile
  4. Toy Automatic
  5. Oriole
  6. Copernicus
  7. The Spell
  8. Light As A Feather
  9. I Got Lost
  10. Into The Floor
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