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Il White Album dei Beatles compie 50 anni ed è più giovane che mai

Si rischia sempre di scrivere cose banali quando parliamo dei Beatles, eppure l’uscita, in questi giorni, del “White Album Super Deluxe” ci riporta lì, di nuovo, davanti all’innegabile verità del mistero che si chiama Beatles.
50 anni fa usciva l’Album bianco, era il 1968 e i quattro tornati dalle fughe indiane, persi in crisi esistenziali e da quella traumatica della morte del manager Brian Epstein, misero insieme un doppio album stratosferico.

 

Cinquanta anni fa, mezzo secolo, già a scriverlo ha dell’incredibile ma se poi mettiamo in cuffia la musica, c’è solo da rimanere esterrefatti dalla meraviglia. E’ banale lo so. Ma è bene ribadirlo: l’essere umano è stato in grado di toccare vette che oggi non ricordiamo più nemmeno l’esistenza.

 

Questa versione Super Deluxe, con il rimixaggio di Giles Martin (figlio di George Martin), porta l’ascolto del White Album in una prospettiva diversa. Mettere mano su un capolavoro del genere è sempre un’operazione pericolosa, eppure il risultato è sorprendente. Il suono risulta leggermente più tondo, alcuni strumenti più in evidenza e certe parti vocali perse tornano fuori dal passato. Non c’è da fare paragoni con la versione originale del disco ma solo godersi l’ascolto.

 

Tuttavia, la novità più esaltante di questo colossale box (107 tracce) sono gli Esher demos, vale a dire i Beatles che registrano le canzoni a casa di George Harrison. Basta chiudere gli occhi per fare un viaggio immaginario formidabile e trovarsi nella stanza con i 4 che provano, costruiscono melodie, improvvisano, scazzano, cambiano testi, imitano Elvis, mentre via via modellano il loro ennesimo capolavoro con le chitarre acustiche.

 

Il mistero del Rock and Roll, quello vero.

 

Basterebbe ascoltare Blackbird, Long Long Long, While My Guitar, Happiness is a Warm Gun, Yer Blues, i 13 minuti di Helter Skelter, Revolution, Dear Prudence (con John Lennon sulla coda finale che spiega il senso della canzone), per rimetterti in pace col mondo.

 

Poi arrivano una serie di canzoni non pubblicate sull’album: Sour Milk Sea, Junk, Child of Nature (la primissima versione di Jealous Guy), Circles e Not Guilty, per convincerti che quest’anno a Natale, il regalo migliore che puoi farti è il costosissimo box con vinile e booklet, con la consapevolezza che spendere ogni sudatissimo euro in questo modo sia la cosa giusta.

 

I Beatles erano John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr. Due se ne sono andati, due sono ancora qui tra noi. La loro carriera musicale è durata soltanto otto anni (si, otto anni!), un po’ come se nel 2010, nel nostro misero mondo, fossero arrivati quattro alieni da un’altra galassia a portarci la musica perfetta per i prossimi 4 secoli a venire.

 

Lo so è banale, sono i Beatles.

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