
Lo aveva fatto presagire con i testi e con le dichiarazioni all’uscita del suo ultimo album, ‘You want it darker’, ma in molti speravano si trattasse più di scaramanzia che di un reale presagio. Purtroppo non è stato così e sulla pagine Facebook è apparso l’annuncio della morte di Leonard Cohen.
Un annuncio molto stringato, che non dà dettagli sulle cause della morte: «Abbiamo perso uno dei visionari più amati e prolifici della musica».
Questo è il quanto. Scarno, essenziale e tragicamente definitivo.
La nota però fornisce anche un’informazione e cioè che sarà organizzato un omaggio all’artista a Los Angeles, la città dove viveva. La data di questo omaggio è ancora da definirsi.
L’ultimo disco di Cohen, per molti, è suonato come il suo ‘testamento artistico’, a partire dalla frase della title-track ‘Sono pronto mio Signore’, fino all’intervista con David Rennick, nella quale affermava di essere pronto a morire, ma anche quando, ad agosto, alla morte della musa Marianne, scrisse una lettera per salutarla, nella quale si accommiatava da lei, dicendole che si sarebbero visti presto.
Tutto questo, visto alla luce di quanto accaduto, poteva essere un presentimento, un presagio o forse una consapevolezza da parte del grande poeta canadese.
Se la sua ‘veste’ umana è andata, Leonard Cohen ci ha lasciati un grandissimo tesoro, rappresentato dalla sua musica, dalle sue parole e dalla sua poesia. Un tesoro immortale che nessuno potrà mai strapparci e che continuerà ad accompagnarci nel cammino della nostra vita.