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Moby – Everything Was Beautiful, and Nothing Hurt

 

‘Everything Was Beautiful, and Nothing Hurt’ è il quindicesimo album del musicista americano Moby, pubblicato dalla sua etichetta ‘Little Idiot’. Il titolo fa riferimento all’epitaffio a Billy Pilgrims nel romanzo di Kurt Vonnegut ‘Mattatoio 5′ del 1969.
Quello di Moby è un disco sicuramente molto più personale degli ultimi lavori datati 2016. E’ lui stesso ad ammetterlo che c’è una malinconia (per lo più data dalla morte della madre dell’artista e produttore americano) di sottofondo che si ripercuote in tutto l’album. Una malinconia ‘sana’, che non deprime ma che dà vita a un gran bel disco. Dopo un momento di pura rabbia, dovuta principalmente all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, Moby ha ritrovato se stesso e si è concentrato nuovamente sulla sua musica.
Musicalmente parlando guarda più al trip hop che all’elettronica, tornando forse indietro nel tempo, ai suoi gusti musicali di quando ha iniziato. Un disco che va ascoltato e riascoltato per poterne apprezzare tutte le sfumature, ma si tratta di un ascolto che non annoia. Anzi, riesce sempre a svelare delle sfumature nuove e inaspettate.
Un particolare che forse è inutile, forse no, ma Moby ha annunciato che i proventi di questo disco andranno tutti devoluti per la difesa dei diritti degli animali, confermando in questo modo il suo impegno verso il mondo animale.

TRACKLIST

  1. Mere Anarchy
  2. The Waste of Suns
  3. Like a Motherless Child
  4. The Last of Goodbyes
  5. The Ceremony of Innocence
  6. The Tired and the Hurt
  7. Welcome to Hard Times
  8. The Sorrow Tree
  9. Falling Rain and Light
  10. The Middle Is Gone
  11. This Wild Darkness
  12. A Dark Cloud Is Coming
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