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Tutti i colori del cielo dall’Iran all’Africa occidentale, nel disco di Kayhan Kalhor e Tounami Diabaté

Un fine settimana davvero interessante quello che ci propone la Real World Record: esce, infatti, il nuovo album di Kayhan Kalhor e Tounami Diabaté, ‘The Sky Is The Same Color Everywhere’.
Un mix di suoni che si amalgamano tra loro, unendo diverse culture diverse e angoli diversi del mondo.

Ma chi sono i protagonisti di questa pubblicazione della Real World? Si tratta di Kayhan Kalhor, riconosciuto come il principale suonatore di kamancheh iraniano che mischia la sua arte con Tounami Diabaté, che, a sua volta, rappresenta il principale suonatore di kora del Mali. Due artisti di primissimo piano, quindi, che portano parte della loro cultura per creare qualcosa di veramente unico e singolare.

Ascoltare ‘The Sky Is The Same Color Everywhere’ è prendere coscienza che davvero il cielo ha lo stesso colore da qualsiasi angolo del mondo lo si guardi. Nelle note di questi due artisti c’è proprio questa unione. Questa visione unica della musica, dell’arte, della cultura.

Ecco che dalla collaborazione di questi due artisti, nata sulla base dell’improvvisazione, nasce qualcosa di veramente speciale: un viaggio musicale che unisce per la prima volta due culture musicali estremamente ricche, quali quella persiana e quella mandé che si confrontano tra loro per la prima volta.

L’idea originale per il duo è venuta da Michael Dreyer, direttore del Morgenland Festival in Germania, dove Kayhan ha spesso suonato. I due artisti si sono incontrati e hanno suonato insieme al festival nel settembre 2016, per quella che è stata la prima collaborazione di Kayhan con un artista africano.

Ne è nato un set di circa 90 minuti, senza preparazione, che ha dato vita a musica improvvisata che ha ipnotizzato il pubblico. Una performance che ha avvicinato due artisti, i quali hanno deciso di portare avanti questa loro esperienza artistica con un breve tour europeo e un album – The Sky Is The Same Color Everywhere’, appunto -, registrato poche settimane dopo essersi conosciuti.

Mondi diversi che si incontrano, si scontrano, collidono e danno vita a un pianeta nuovo, dove l’improvvisazione è alla base della performance di Kayhan e Toumani. Un mondo inaspettato che si dipana su tessiture musicali tra il kamancheh ad arco – il violino persiano a quattro corde a punta, suonato con un arco corto – e la kora dell’Africa occidentale – un’arpa-liuto a 21 corde, creata con zucca, pelle di mucca e filo da pesca – che cambiano continuamente rotta e destinazione.

Per chi ama la contaminazione musicale tra suoni che provengono da diversi angoli del mondo, è un disco decisamente da non perdere, ma anche chi volesse avvicinarsi a suoni non convenzionali, qua trova un ottimo compagno di viaggio.

TRACKLIST

Wayfarers of the Legends
The Path of No Return
Stay Here
Joyful Sun
I’m Speaking to You
Where to
Anywhere That Is Not Here
Is Anyone There?
The Sky Is the Same Colour Everywhere

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