Le dichiarazioni all’indomani dell’annuncio del loro terzo album in studio erano state chiare: non volevano fare ‘Babel‘ 2. E così hanno fatto.
Mumford and Sons sono usciti con il nuovo lavoro, ‘Wilder Mind’ e si sono persi per la strada quella musica che li aveva portati al successo.
Diciamolo subito: ‘Wilder Mind’ è un bel disco. Ben costruito. Musica pulita e ben realizzata. Testi non così scontati.
Ma non sono i Mumford and Sons che avevamo conosciuto.
E’ difficile perfino fare un paragone con il passato, tanta è la strada che hanno messo tra loro e quello che erano stati i suoni che li avevano fatti conoscere.
Hanno lasciato a casa il banjo, le percussioni a pedale che avevano caratterizzato la musica e le performance di Marcus Mumford e si sono allineati verso quella musica – sempre d’autore per carità – che comunque domina la scena internazionale oggi.
Il disco che ci troviamo davanti – prodotto da James Ford – suona molto Coldplay, ma ci si trovano forti echi dei The National e, a monte di tutto, possiamo tranquillamente risalire agli U2 che in questo genere hanno insegnato a quasi tutti i presenti.
Raffinato, elegante e sicuramente godibile, ‘Wilder Mind’ è un bell’album, che fa piacere ascoltare.
Però non sono i Mumford and Sons.
Meglio o peggio è difficile dirlo.
Sono diversi. La carica, l’energia, la potenza che aveva quella rilettura della musica folk con gli occhi (e gli orecchi) del Terzo Millennio è andata perduta.
Per sempre?
La speranza è che si ravvedano e tornino ai suoni che furono e non diventino un’altra – l’ennesima – band, a cavallo tra un pop semplice e orecchiabile e un rock dai toni morbidi e commerciali, seppure riconosciamo loro che il livello sia sempre alto.
TRACKLIST
- Tompkins Square Park
- Believe
- The Wolf
- Wilder Mind
- Just Smoke
- Monster
- Snake Eyes
- Broad-Shouldered Beasts
- Cold Arms
- Ditmas
- Only Love
- Hot Gates
DELUXE EDITION
- Tompkins Square Park (live)
- Believe (live)
- The Wolf (live)
- Snake Eyes (live)