Pubblicato il Lascia un commento

‘Black Rain’: dopo il ‘Temporale’ estivo, la realtà distopica di Murubutu, assieme a Claver Gold e Rancore

E’ abbastanza chiaro che la pioggia quest’inverno non mancherà. Gli indizi di un cambio di tempo c’erano già stati questa estate, quando un ‘Temporale’ irruppe a rompere l’afa di luglio, e, sebbene non si sappia ancora quanto avverse saranno le condizioni meteo dei prossimi mesi, non è difficile prevedere che non sarà una ‘perturbazione passeggera’.

Ce lo dice una ‘pioggia nera’ che, da alcuni giorni, sta cadendo incessantemente con la sua cascata di note e parole: è la ‘Black Rain’ di Murubutu che ci disegna uno scenario distopico e inquietante, che viene completato dalle descrizioni che ne fanno Claver Gold e Rancore, i due featuring del brano.

‘Black Rain’ è il secondo inedito che Murubutu fa uscire in questo 2021: il primo è stato ‘Temporale’, pubblicato a luglio. Un brano che ha rappresentato una sorta di salto nel passato di Murubutu, in quanto prende una delle sue canzoni di maggior successo – ‘I marinai tornano tardi’ da ‘Gli ammutinati del Bouncin’ (ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari)’ – e ne cambia il corso, dando, di fatto, un finale alternativo alla storia di Clara, la protagonista. (per saperne di più)

‘Black Rain’, invece, è una storia completamente nuova e diversa. Proiettata in uno scenario che rimanda a immagini di film come ‘Blade Runner’, ‘Dune’, o ‘1999 – Fuga da New York’ (ma anche ‘Akira’, in qualche modo, c’è), ci racconta di una società su due strati: uno alto dove stanno i privilegiati che vivono sopra le nuvole, ammantati da nuovo culto e uno basso, dove vive la massa delle persone, perennemente sotto una pioggia nera e dove le gocce di pioggia altro non sono che videocamere che controllano la società per quelli della parte alta della città, ai quali si oppone un manipolo di persone che vogliono ribaltare la situazione.

Questa, grossomodo, la storia, che viene sviluppata dai tre rapper in modi diversi, ma che si vanno a completare tra loro.

Murubutu lo fa in modo più descrittivo, raccontandoci dove siamo, cosa stiamo vedendo. In sostanza ci fa entrare nel brano, dandoci le coordinate per capirlo. E lo fa alla sua maniera: usando le parole con la usuale maestria. Ogni singola parola ha un suo perché per creare quell’atmosfera buia e cupa che vuole rappresentare. E ci riesce perfettamente.

Claver Gold e Rancore finiscono di delineare questa battaglia di cui parla già Murubutu. Tra i due, quello più a fuoco è sicuramente Rancore, che probabilmente si muove in un ambito che gli è più familiare rispetto a Claver Gold. In tutti e due i casi, hanno tutti e due centrato perfettamente l’obiettivo di restituirci una storia che si muove in un universo che (si spera) resterà sempre parallelo.

Le atmosfere fantascientifiche – quasi sempre oscure, sull’orlo di un disastro o a disastro avvenuto – accomunano sicuramente più Murubutu e Rancore, rispetto a Claver Gold che sì, ogni tanto fa delle citazioni che rimandano ai classici della fantascienza, ma non in maniera così forte come possiamo trovare in ‘Omega man’ di Murubutu o in ‘Questo pianeta’ di Rancore. La sensazione è che mentre gli ultimi due creino un mondo dal niente e lo rendano vivo attraverso le parole, le citazioni e gli scenari evocati, Claver adatti il suo mondo a quello del brano. Abbia cioè un approccio diverso, ma, comunque, ugualmente efficace.
Forse non ci si aspetterebbe atmosfere così marcatamente cyberpunk da Murubutu, ma tant’è, le sorprese non sono mai una cosa negativa. Anzi.

Resta che tutti e tre riescono a delineare perfettamente una storia, raccontandocela in maniera perfetta per trasportarci in una realtà assolutamente disturbante.

A un primo ascolto, il ritornello era sembrato un po’ troppo ‘ritornello’: orecchiabile e poco incisivo e non convinceva. Poi, ascoltandolo, si percepisce come invece sia parte integrante del brano. E quell’apparente semplicità che arriva a un primo ascolto, si trasforma – nemmeno troppo lentamente – in un mattone fondamentale e portante. Forse riesce ad alleggerire un po’ l’atmosfera oggettivamente cupa del brano, ma quello che è certo è che ne diventa subito una parte essenziale.

Importante da segnalare è anche il video che accompagna questo brano: un anime dove Murubutu, Claver Gold e Rancore divengono protagonisti dell’azione. Bellissime le atmosfere che vengono evocate dall’anime (e qua come non pensare ad ‘Akira’?) che, se uno ancora avesse qualche dubbio, rendono evidente la storia che viene raccontata e ci rappresenta i tre rapper come i tre ‘moschettieri’ che combattono per liberare quel particolare mondo. Nicolaj Corradinov ha realizzato un piccolo capolavoro cyberpunk che accompagna perfettamente un testo di questa portata. Tantissime le citazioni e i riferimenti che vengono ripresi direttamente dal brano, ma uno su tutti lo vogliamo citare ed è il giubbotto indossato da Rancore con la scritta ‘Dragon Blood’. Una citazione che merita di essere notata.

Cosa aspettarci, dunque, dai prossimi mesi? Dopo l’annuncio in un’intervista che a gennaio uscirà il nuovo album e che anche questa volta si tratterà di un concept, Murubutu ha voluto spargere qualche indizio su cosa potrebbe esserci dietro l’angolo. Al momento non è dato di sapere molto, ma sicuramente, dopo un ‘temporale’ e una ‘pioggia nera’, si può tranquillamente affermare che il (mal)tempo la farà da padrone. E, allora prepariamoci a questo inverno fatto di piogge, temporali e tempeste di varia natura.
Ma, d’altronde, cosa c’è di meglio, nella fredda stagione, di una pigra giornata di pioggia, da trascorrere assieme a delle belle storie raccontate in musica?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *