Una gaffe sembra confermare quello che da tempo – circa un anno – tutti sospettano e cioè che la vera identità di Bansky sia quella del cantante dei Massive Attack, Robert Del Naja, anche conosciuto come 3D.
A rivelarlo sarebbe stato – incidentalmente – Goldie, il dj, infatti, si è riferito all’artista-writer di Bristol, chiamandolo ‘Robert’.
Già lo scorso anno, un’indagine effettuata da un giornalista che aveva – con grande pazienza – incrociato le ‘apparizioni’ delle opere di Bansky con le date dei Massive Attack, unite al fatto del Del Naja ha un passato (ma che tanto passato poi non è) da writer, avevano fatto presagire l’identità di uno degli artisti più geniali e sicuramente più sfuggevoli del nostro tempo.
Adesso, Goldie sembra aver dato conferma di quella che – finora – era solo un’ipotesi.
Ma la domanda è un’altra: che importanza ha l’identità di Bansky?
In realtà sapere se dietro questo nome si nasconde un artista unico, un collettivo – come peraltro più volte è stato detto – chi sia e che faccia abbia è del tutto irrilevante.
Forse in un’epoca nella quale tutto deve essere messo sotto la lente di ingrandimento, dove tutti sanno tutto di tutto, è impensabile che si possa vivere con un mistero. Dà noia. Crea fastidio. Eppure è bello il mistero di non sapere chi sia un artista che ci piace (o che non ci piace).
Non dare un volto: ecco cosa è veramente poetico, forse di altri tempi, sicuramente ha insito un qualcosa di magico e intrigante.
Invece no. Bisogna a tutti i costi svelare il mistero. Non c’è dato di sapere se Bansky sia realmente Robert Del Naja. E’ probabile di sì, ma alla fine, che importanza ha? Lasciateci sognare questo artista ‘maledetto’ che gira mascherato per le città, lasciando il segno dove è passato, con un’opera d’arte che ha ben pochi uguali.
Lasciateci il mistero. Lasciateci il sogno. Non tutto deve essere per forza svelato.
