Più che una ‘classifica’, è una convergenza di gusti da parte di coloro che danno vita – oramai da dieci anni – alle serate di Friday I’m In Love.
Un po’ per gioco, un po’ perché René ama troppo le liste, ognuno (i nomi li trovate in fondo) ha fatto l’elenco dei dischi che ha preferito nell’anno che si è appena chiuso e i 20 più votati sono diventati ‘I magnifici venti’ di Friday I’m In Love.
Senza nessuna pretesa di avere verità in tasca, ecco, quindi, l’elenco dei ‘nostri’ album.
Partiamo con i Blur e ‘The Ballad of Darren‘. Si tratta del nono album in studio della band, uscito a luglio scorso e prodotto da James Ford, arriva dopo 8 anni dal suo predecessore, ‘The Magic Whip’. Per Damon Albarn si tratta di una riflessione e un commento sul punto in cui ci troviamo adesso. Ed è sicuramente così, anche perché, se da un un punto di vista strettamente musicale richiama molto i suoni che hanno reso celebre questa band, a livello di testi, Damon Albarn e soci non si tirano indietro dal mettere il dito nelle varie piaghe di questa società. Nonostante il ‘marchio di fabbrica’ sia chiaro, non si può parlare di una riproposizione pedissequa di ciò che è stato, ma di una rilettura del loro suono molto contemporanea. Il non essere diventati la brutta copia invecchiata di se stessi e il proporre testi sempre molto attenti e legati all’oggi, lo hanno fatto scegliere da molti come uno dei migliori album del 2023 e, quindi, si è conquistato il gradino più alto di un ipotetico podio.
Si prosegue con ‘I Inside The Old Year Dying‘ che è l’album che riporta sulle scene P.J. Harvey, da dove mancava dal 2016. L’album – il suo decimo in studio – è stato prodotto da Flood e da John Parish e P.J. Harvey, parlandone, ha dichiarato che è stato un disco veramente difficile da fare, poiché ci sono voluti vari anni di lavoro e ha avuto bisogno di parecchio tempo per trovare la forma migliore per ogni brano. Ad ispirare l’album è il poema epico ‘Orlam’ ad opera di P.J. Harvey che qua descrive il significato della ricerca dell’intensità del primo amore e del significato che esso ha, attingendo a piene mani dalla tradizione shakespeariana, senza comunque lasciare da parte la tradizione biblica, anch’essa molto importante in questa storia.
Anohni – ossia l’ex Anthony – qua ancora con i ‘suoi’ Johnsons torna con un disco veramente notevole, il suo quinto in studio, ‘My Back Was A Bridge For You To Cross‘. Difficile classificarlo, ma è un album da ascoltare e riascoltare, che inizialmente cattura e, nel tempo, si fa apprezzare per la sua profondità. Ai primi ascolti, infatti, è impossibile non trovarlo accattivante con i suoi suoni che vanno verso una direzione dance che dà leggerezza al lavoro. Poi, lentamente, ascolto dopo ascolto se ne apprezza quel tocco riflessivo che da sempre caratterizza gli album di questa raffinata artista. Canzone da segnalare: ‘Silver Of Ice’, nata attorno alle ultime parole scambiate tra l’artista e una leggenda assoluta della musica, Lou Reed.
Si prosegue con Glen Hansard e il suo ‘All That Was East is West Of Me Now‘, album che è una riflessione sul tempo che scorre inesorabile. Sono le nostre esperienze, le nostre ‘avventure’ che, attraversando il tempo, determinano ciò che diventiamo e siamo. Un tema che potrebbe apparire pesante e difficile da affrontare e che, invece, Hansard tratta senza mai cadere in un’eccessiva pesantezza e senza concedere niente a un pessimismo fin troppo facile a fronte di tali argomenti. Anzi, al contrario, ci ricorda come ci sia sempre una luce che illumina l’oscurità. Un album musicalmente valido che si fa ascoltare e apprezzare anche nel tempo.
E’ un po’ la sorpresa del 2023: Grian Chatten, dai più conosciuto come frontman dei Fontaines D.C. che ha pubblicato ‘Chaos For The Fly‘, suo primo lavoro da solista, dimostrando fin dai primissimi ascolti che si sarebbe guadagnato un posto in una classifica dei migliori album dell’anno. Diverso dai Fontaines D.C., l’album è stato co-prodotto dal produttore della band, Dan Carey ed è stato scritto completamente dal cantautore irlandese, che ha raccontato di aver dato vita ai brani con la sola chitarra. Chatten ha dichiarato che l’aver composto l’album solo su chitarra è stato un qualcosa che gli è piaciuto particolarmente, in quanto gli ha permesso di avere una sensazione quasi fisica delle canzoni, di averle praticamente sul palmo della mano, qualcosa che ha definito «molto intenso». Come intenso è l’intero album, che avvolge e porta direttamente nel mondo di questo artista.
E abbiamo un primo ritorno, anche se in altra veste, dei Blur che abbiamo lasciato lassù, in prima posizione. E’, infatti, il turno di Graham Coxon e del suo side-project The Weave, che lo vede in duo con Rose Elinor Dougall. Quello pubblicato nel 2023 è il primo lavoro del duo e porta lo stesso nome, ‘The Weave‘, appunto. In questo album, quindi, si assiste all’unione di due forze creative, diverse tra loro, ma molto affini. Una cosa che ha portato i due artisti a spingersi oltre la loro comfort zone strumentale, tanto che in vari brani, Coxon ha rispolverato il sassofono, strumento che suonava negli Anni Ottanta.
Sono passati quattro anni dal loro precedente lavoro, ‘The Livelong Day’ che li ha fatti conoscere al grande pubblico internazionale ed ecco tornare i Lankum con ‘False Lankum’. La band irlandese prosegue nel suo percorso di rivisitazione del folk irlandese tradizionale, che, attraverso la loro rilettura, viene attualizzato, senza perdere niente della magia originaria. Non un disco ‘leggero’. Non un disco ‘solare’. Molto scuro in alcuni brani – su tutti quello di apertura ‘Go Dig My Grave’ – che non deve scoraggiare, ma spronare ad esplorare un territorio fatto di tradizione e innovazione perfettamente coniugate.
Tornano dopo quasi 40 anni i Rain Parade che hanno pubblicato ‘Last Rays Of A Dying Sun‘ che riprende, in qualche misura, il discorso musicale interrotto negli Anni Ottanta, con quei pezzi avvolgenti che caratterizzavano la musica di quel periodo a Los Angeles. Un disco non solo per i nostalgici degli ’80, ma anche per chi vuole ascoltare della musica di qualità, fatta oggi, ma con intatto lo spirito di ieri.
Due capitoli, una vita, tante storie. E’ ‘La mia falsa identità‘ di Paolo Saporiti. Un album profondo e coinvolgente come le storie che racconta. E’ il disco che il cantautore voleva fare, come più volte lui stesso ha affermato. E che noi volevamo ascoltare. Un album che è anche il racconto di una carriera musicale, il suo evolversi, il suo svilupparsi e percorrere strade più o meno difficoltose, ma sempre molto interessanti. E, anche ‘La mia falsa identità’ non esce certo dagli standard qualitativi di Saporiti, proponendo un cantautorato sempre molto raffinato.
‘Spira‘ è il nuovo album di Daniela Pes che si muove tra elegante e oscura elettronica, dai beat a tratti galoppanti e ambiente dal respiro cosmico. L’album è composto da 7 tracce, avvolte dal canto di un’artista dal talento multiforme, votata alla destrutturazione della forma-canzone e alla decostruzione della lingua, per creare n mondo sonoro esoterico, in cui l’arcaico, il contemporaneo e il futuribile si avviluppano l’un l’altro.
Tornano, dopo un anno, i Goat con il loro ‘Medicine‘ e ci propongono la ‘cura’ musicale ai mali dei nostri tempi. Il nuovo album del collettivo svedese, come era già accaduto con il precedente ‘Oh Death’ (2022), è stato accolto molto positivamente sia dalla critica, sia dal pubblico. Parte del successo di questo album sicuramente è dovuto al fatto che la band svedese vive una fase musicale nella quale hanno scelto una strada più diretta e minimale rispetto al passato, pur senza venire meno alle sfumature psichedeliche che hanno sempre caratterizzato la loro produzione. Ecco che ne viene fuori un rock più fruibile che porta al collettivo svedese un pubblico sicuramente più ampio.
Nel novembre 2022, Cat Power è salita sul palco della Royal Albert Hall di Londra e ha ricreato canzone per canzone, uno dei live più leggendari di tutti i tempi, che ha contribuito a trasformare la musica contemporanea. Era il maggio 1966 e a causa di un bootleg è conosciuto come concerto della Royal Albert Hall, lo spettacolo originale vide Bob Dylan passare dall’acustico all’elettrico a metà dello spettacolo, dando così una svolta al panorama musicale. Ora, catturata nell’album dal vivo ‘Cat Power Sings Dylan: The Royal Albert Hall Concert 1966′ rappresenta un’incantevole performance che onora l’impronta del suo eroe nella storia e porta una straordinaria nuova vitalità a molte delle sue canzoni più amate.
Altro album da ascoltare è ‘This Stupid World‘ dei Yo La Tengo. Loro stessi affermano che, in questi quasi 4 decenni, hanno corso contro il tempo e continuano a vincere. l’ultima vittoria, quindi, è una serie di canzoni riflessive che resistono al passare del tempo. «Questa musica – affermano – non è tanto senza tempo, ma piuttosto è in grado di sfidare il tempo». I suoni distorti e aggressivi che caratterizzano i brani dell’album, in effetti, non sono collocabili in alcun modo nel tempo, ma riescono a infrangere le barriere che spesso mettiamo noi stessi, catalogando generi e temi in modo cronologico.
Tornano con il loro quinto album gli Slowdive, nome storico dello showgaze. Sebbene la band resti ancorata a questo genere, non si è fermata e lo ha proiettato nel Terzo Millennio, rendendo il suono quanto mai attuale. Il nuovo album ‘Everything Is Alive‘ è dedicato alla madre di Rachel Goswell e al padre di Simon Scott, ambedue deceduti nel 2020. Le session di lavoro sono inziate con Neil Halstead nel ruolo di principale compositore e produttore, con l’idea di farne un album più minimale ed elettronico di quanto fatto in passato. Poi, con i componenti della band riuniti in studio, qualcosa è cambiato e il disco è diventato più potente, perché come loro stessi affermano: «Gli Slowdive sono la somma delle sue parti e succede qualcosa difficile da spiegare quando noi cinque siamo in studio».
Uno dei primi album a uscire nel 2023 è stato ‘Shook‘ degli Algiers che racconta di Atlanta, della sua vita, dei suoi suoni, anche quelli più ‘normali’, come l’annuncio sulla navetta dell’aeroporto di Hartsfield, che ha fortemente influenzato Fisher da piccolo. Questo album, il quarto nella discografia degli Algiers, è quello maggiormente aperto alle influenze esterne. Qua, infatti, i due musicisti di Atlanta hanno deciso di aprire alla collaborazione con musicisti che hanno sempre sentito vicini al loro mondo e alla loro musica, ma anche alla loro vita. Ecco, così, che vi troviamo, tra i tanti, Billy Woods, Marck Cisneros, Jae Matthews e Zack De La Rocha.
Ed ecco che tornano i Blur, questa volta con un progetto collaterale targato Damon Albarn e che oramai ha assunto il valore di qualcosa che ha vita propria, i Gorillaz. Con i Gorillaz, nel 2023, Albarn ha fatto uscire ‘Cracker Island‘, dove annovera ospiti del calibro dei Tame Impala, Stevie Nicks, Thundercat e Beck. La band virtuale è arrivata al suo ottavo album e propone dieci brani dalle varie influenze e forse meno ‘elettronici’ rispetto al passato (e quindi anche un po’ più fruibili da un pubblico più vasto).
Forse è fuori dal mainstream, ma sicuramente è un album da ascoltare, quello di Sufjan Stevens, ‘Javelin‘. Si tratta del decimo album di Stevens e segna un deciso ritorno ai suoni di ‘Carrie & Lowell’. Sufjan ha realizzato non solo la parte ‘sonora’ dell’album, ma anche quella grafica: suo è il libro artistico di 48 pagine con collage e lavori realizzati appositamente per ‘Javelin’ come sempre sua è la copertina del nuovo album, nonché le varie immagini promozionali che lo hanno accompagnato nel tempo.
L’ottavo album dei Sigur Ros, ‘Atta‘, è composto da dieci brani e rappresenta sicuramente il lavoro più intimo ed emotivamente diretto della band islandese. Grazie alla loro musica, i Sigur Ros riescono a penetrare il rumore e le distrazioni del mondo, per portare l’ascoltatore a una verità e a un sentimento puro, come pochi altri riescono. La line-up rinnovata dà un impulso nuovo e positivo alla band e, in questo album, in primo piano vi è la London Contemporary Orchestra, diretta da Robert Ames, assieme agli ottoni eseguiti dai Brassagat i Bala, che da tempo collaborano con i Sigur Ros.
Nono disco per Lana Del Rey e nuovo grandissimo successo con ‘Did You Know That There’s A Tunnel Under Ocean Blvd‘, che segue i successi dei due precedenti album. Anticipato dal singolo omonimo, scritto dalla stessa cantante assieme a Mike Hermosa e prodotto da Lana Del Rey con Jack Antonoff, Drew Erickson e Zack Dawes, ha visto il successo del video che lo accompagnava. Un successo i cui risultati danno la misura dell’impatto che la cantante ha sul mondo della musica, avendo totalizzato in soli 4 giorni oltre 2,8 milioni di visualizzazioni. Leggero come spesso sono le sue canzoni, è un album che guarda e si interroga sul futuro. Non si parla più di una ragazzina, ma di una donna che vuole tracciare la propria strada e lo vuole fare consapevolmente. Questa crescita – al tempo stesso personale e musicale – è stata pienamente ripagata dai fan che hanno decretato un successo planetario a questo disco.
Last but not least, arriva l’album di inediti dei Rolling Stones, ‘Hackney Diamonds‘, pubblicato a ottobre, a 18 anni di distanza dal loro ultimo disco di inediti. L’album è composto da 12 tracce ed è stato registrato in varie località, tra cui Los Angeles e New York, Londra e le Bahamas. Questo disco segna la prima collaborazione degli Stones con il produttore e musicista newyorkese, Andrew Watt, nominato produttore dell’anno ai Grammy Award del 2021 e che ha lavorato con Post Malone, Iggy Pop ed Elton John.
E’ stato possibile stilare questo elenco grazie a: Aurelio Pasini, Carlo Puddu, Fabio Bacci, Federica Di Spilimbergo, Lorenzo Mei, Matteo Lorenzetti, Michele Boroni, René Bassani
I MAGNIFICI VENTI
01. BLUR – The Ballad of Darren
02. P.J. HARVEY – I Inside the Old Year Dying
03. ANOHNI & THE JOHNSONS – My Back Was A Bridge For You To Cross
04. GLEN HANSARD – All That Was East Is West of Me Now
05. GRIAN CHATTEN – Chaos For The Fly
06. THE WEAVE – The Weave
07. LANKUM – False Lankum
08. RAIN PARADE – Last Rays Of A Dying Sun
09. PAOLO SAPORITI – La mia falsa identità
10. DANIELA PES – Spira
11. GOAT – Medicine
12. CAT POWER – Cat Power Sings Dylan: The Royal Albert Hall Concert 1966
13. YO LA TENGO – This Stupid World
14. SLOWDIVE – Everyting Is Alive
15. ALGIERS – Shook
16. GORILLAZ – Cracker Island
17. SUFJAN STEVENS – Javelin
18. SIGUR ROS – Átta
19. LANA DEL REY – Did You Know That There’s A Tunnel Under Ocean Blvd
20. ROLLING STONES – Hackney Diamonds