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Il concerto di Natale di esterina, ‘Città Fragile’: decimo anno per un appuntamento irrinunciabile

Si vive in un mondo strano. Un mondo strano, fatto di persone che non perdono occasione per esternare il proprio odio verso chi è ‘diverso’. E non importa in quale modo sia ‘diverso’, basta che non sia ‘uguale a loro’. Un mondo strano, fatto di gente che non perde occasione per denigrare, umiliare, offendere. Un mondo strano, fatto di non-valori professati come verità assolute. Un mondo strano dove ha ragione sempre e solo chi urla più forte.

 

In questo mondo strano è necessario, importante, fondamentale riscoprirsi ‘esseri umani’. A Natale ci hanno pensato gli esterina e la Caritas diocesana lucchese, con un concerto che non può non lasciare il segno.Lascia il segno per la bella musica, questo è indubbio. Ma è anche ‘normale’, trattandosi degli esterina che hanno la capacità di emozionare ogni volta che mettono mano a uno strumento, sia su disco, ma soprattutto live.

 

Lascia il segno per il luogo scelto, la chiesa del Crocefisso, che molti nemmeno avevano mai visto prima della sera di Natale 2018. Una chiesa che unisce una splendida architettura al degrado e all’abbandono: sintesi perfetta di un messaggio che fa da sfondo all’intera serata.

 

Ma lascia il segno, più di tutto, il discorso introduttivo di Donatella Turri, direttrice della Caritas Diocesana, che, ogni giorno a contatto con quelle che sono le emergenze sociali del territorio, riesce perfettamente a fare sintesi della sua esperienza, facendo un quadro della situazione che parte dall’inizio dei ‘concerti di Natale’, dieci anni fa. Allora, in Santa Giulia, i problemi posti sotto il riflettore erano altri. Non meno non più importanti. Solo altri. Adesso però si capisce che sono molti di più, tanto da far diventare Lucca una «città fragile», come si chiama lo stesso concerto.

‘Fragile’ come il soffitto umido della chiesa.

‘Fragile’ come le pareti scrostate della chiesa.

‘Fragile’ come gli affreschi quasi scomparsi della chiesa.

 

Ma è anche il momento di dire ‘basta’. E lo sottolinea con forza Donatella Turri, evidenziando la differenza che esiste tra parlare di ‘buonismo’ e quella che dovrebbe essere la normale solidarietà tra esseri umani. Già, ‘esseri umani’, gli stessi del titolo del nuovo album di esterina, grande protagonista di questo concerto. Un album che è stato esplorato in lungo e largo in una versione acustica che ne esalta ancor più i testi – che, con eleganza e classe, mettono il dito nella piaga di una società sempre più difficile da comprendere – ma ne esalta anche l’aspetto musicale che nella versione ‘senzacorente’ trova la sua dimensione (forse) migliore.

 

Nel corso del concerto c’è stato spazio anche per ripercorrere i dieci anni trascorsi dal primo live natalizio nella chiesina di Santa Giulia. Un appuntamento divenuto fisso e importante per Lucca, ma che, secondo quando ha detto il frontman di esterina, Fabio Angeli, potrebbe essere l’ultimo. Ovvio che tutto quello che ha un inizio ha anche una fine, ma è anche vero che quello della sera di Natale è divenuto, in questi dieci anni, un appuntamento fisso e, quindi, la speranza di un ripensamento e, magari, dell’inizio di un nuovo ciclo ce la vogliamo concedere.

 

Le note volano una dopo l’altra, canzone dopo canzone, sul filo del ricordo. Il ricordo di dieci concerti, di molti album e, soprattutto, di tantissime emozioni. Emozioni che, anche quest’anno, non sono mancate. Così come non sono mancati alcuni grandi ‘classici’ degli Esterina, come ‘Dio ti salvi’ e la trascinante ‘Di fero e di botte’.

 

Il freddo è uno degli ‘invitati’ che non mancano mai a questo appuntamento natalizio. Ma, nonostante il freddo della serata voglia farsi sentire con forza, la musica è più potente e riesce a sconfiggerlo, inchiodando il pubblico che ha gremito la chiesa fin da prima delle 21, sedendosi in terra, sulle poche e malandate panche o dove capita.

 

Guardandosi intorno, vedere tutte quelle persone certamente non comode, non al caldo, viene da domandarsi perché siano lì e non davanti a un caminetto a giocare a tombola. La risposta sta nella musica di esterina. Forte, potente, che scuote. La risposta sta nei testi di esterina. Che lasciano il segno, li si ascolti per la prima volta o per la millesima. La risposta sta nelle parole di Donatella Turri e nel titolo dell’album della band: perché in fondo, soprattutto a Natale, vogliamo concedere a noi stessi un regalo che arricchisce l’animo. Perché vogliamo ‘essere umani’ e ascoltare ‘Canzoni per esseri umani’.

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