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Immergersi nella musica di Bob Dylan al Lucca Summer Festival 2023

Un’espressione che va molto di moda di questi tempi è ‘esperienza immersiva’, ma spesso è vuota o associata a qualcosa da sponsorizzare come tale. Invece, il concerto di Bob Dylan può decisamente fregiarsi di questo ‘titolo’ di merito.

Perché?

Per diversi motivi.

Primo su tutti il fatto che, all’ingresso del concerto, ogni spettatore è dotato di una custodia che isola lo smartphone che viene sigillata dalle hostess. Di fatto questo significa: niente foto, niente video e niente selfie con il palco. La tecnologia e la ‘fame di immagini’ di questo scorcio di nuovo Millennio deve restare fuori dall’area del concerto.

Questo comporta lo scoprire o riscoprire il gusto di un concerto visto e sentito che ha l’effimera durata di un’ora e mezza circa. O l’eternità del ricordo che uno si porta con sé.

Sul palco, poi, c’è poco da vedere: tra disposizione dei musicisti, scenografia alquanto scarna e un Bob Dylan di fatto dietro al pianoforte, difficile farsi distrarre da qualcosa che non sia la musica. Il palco, dicevamo, piuttosto scarno, era adornato solo da tendaggi illuminati di rosso, mentre al centro del palco stavano il pianoforte al quale Bob Dylan ha suonato tutta la serata, con accanto i suoi musicisti e dietro il batterista.

Una disposizione geometrica sicuramente interessante, ma che penalizza sia chi ha un posto centrale, sia chi ha un posto laterale. Forse ne possono godere soprattutto quelli che si sono accaparrati un posto in tribuna.

Niente discorsi a distrarre dalla musica: Bob Dylan, si sa, ha un carattere particolare e, anche a Lucca, non perde l’occasione di confermare le sue peculiarità di poca empatia con l’audience. Anzi, va detto che fa uno sforzo per lui alquanto raro, ringraziando in italiano il pubblico – circa 6mila persone – accorse ad ascoltarlo.

Musicalmente, tutto fila perfettamente. Non ci sono sbavature, tempi morti e i musicisti che accompagnano Dylan sono veramente molto bravi. Degni di un Premio Nobel verrebbe da dire.

Grande protagonista – tranne qualche piccola concessione al passato – è l’album recentemente pubblicato dall’artista, ‘Rough and Rowdy Ways’ e i suoi toni più spostati verso il blues che verso il rock o il folk.

A chiusura del concerto, il regalo per la platea è stato quello di suonare la ‘sua’ armonica sull’ultimo brano ‘Every Grain of Sand’ che chiude un live che ha fatto immergere letteralmente nella musica del cantante-poeta statunitense, 25 anni dopo la sua prima esibizione in piazza Napoleone, quando fu il primo artista ad esibirsi per il Lucca Summer Festival nella sua prima edizione.

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