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Jennie Abrhamson al Womad Festival: quando l’anonimato sale sul palco

‘Voglio ma non posso’: si potrebbe intitolare così la performance di Jennie Abrhamson al Womad Festival 2018. La polistrumentista che deve molta della sua fama all’aver accompagnato Peter Gabriel in tour, ha voluto fare il passo più lungo della gamba e ha voluto cimentarsi in una carriera da solista.

Fin dalle primissime note appare chiaro il fatto che la ragazza si ispira, in maniera nemmeno troppo mitigata, a Kate Bush. Si ispira, appunto. Ma non esiste nemmeno la possibilità affinché si possa fare un paragone tra le due artiste.

La Abrhamson ci prova in tutti i modi, ma davvero non riesce a convincere in veste da solista: la voce non ha nessun tipo di carattere. Non basta avere una voce cristallina e sottile per essere assimilabile alla Bush. Ci vuole carattere e darle una connotazione decisa e riconoscibile. Niente di tutto questo è presente nell’artista nordica.

Anonima. Questa è la definizione che meglio si adatta alla giovane artista. Non lascia il segno se non per una buona esecuzione musicale, che certamente non le si può negare. Del resto, va anche considerato, che diversamente sarebbe stato impensabile che un artista notoriamente perfezionista come Gabriel, l’avrebbe voluta in tour con sé.

Di lì ad essere un’artista completa e degna di nota, ce ne corre.

In realtà, le sue canzoni non sono brutte. Ma, esattamente come lei, sono ‘anonime’. Difficile ricordarne una a mezz’ora dal concerto e questo dettaglio ne identifica il grande limite.

Altro (enorme) limite il fatto che la giovane artista ha sempre bisogno di un enorme apparato tecnico per poter spiccare. Non mancano mai gli echi, i riverberi e tutti gli artifici che rendono la sua musica minimamente identificabile. O meglio, la rendono molto simile a Enya. E, ancora una volta, ne delineano i limiti per un’artista che vuole intraprendere una carriera da solista e non vuole essere solo la tournista di un altro artista.

Qualora si limitasse alla sola esecuzione musicale, dimostrerebbe, invece, una bravura non da poco. Il problema, però, è che mette questa sua bravura al servizio di suoni che sono sentiti e risentiti e, quindi, alla fine spreca il tutto.

Insomma, la sua è una carriera solista che non sembra avere un grande avvenire. Al contrario, se si limiterà ad accompagnare sul palco altri, avrà sicuramente il suo quarto d’ora di celebrità. Tutto il resto, è anonimo.

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