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Libri, collaborazioni e nuovi progetti: in attesa di ‘INFERNVM’, una chiacchierata con Murubutu su ‘Rap-Conti’ e molto altro

E’ un momento decisamente prolifico, artisticamente parlando, quello che sta vivendo Murubutu. Se, da una parte, ‘Tenebra è la notte’ ha compiuto un anno, regalandogli soddisfazioni e successi, è arrivato anche un libro, ‘Rap-Conti illustrati’ – realizzato in collaborazione con Roby il Pettirosso (nom de plume di Ernesto Anderle) – che dà forma e immagine alle storie che vivono nelle canzoni di Murubutu e, tra poco, arriverà ‘INFERNVM’, il progetto sull’Inferno di Dante, realizzato assieme a Claver Gold.

Potevamo non parlare di un periodo del genere con il diretto interessato? Ovviamente no.

Partiamo da «Rap-Conti illustrati», che effetto fa diventare, in qualche misura, protagonista di un libro a fumetti?
«In realtà, il fumetto è la sintesi di un’esperienza che era già iniziata ai live, con la presenza sul palco del Pettirosso a inizio febbraio. Quando mi si è presentato, aveva già iniziato a lavorare ad alcune tavole per conto suo, poi le ha incrementate e le ha estese a tutto il live. Diciamo, quindi, che avevo già visto la bellezza delle cose che era riuscito a creare ed è stato bello, poi, rivederle in un libro, tutte insieme. La maggior parte, però, le avevo già viste, quindi non è stata una vera sorpresa».


E a livello più personale, umano, com’è stato ‘vedersi disegnato’?
«La cosa più bella è stato vedere rappresentate le mie storie. Il Pettirosso ha una sensibilità molto vicina alla mia, quindi, è riuscito a cogliere particolari, prospettive e aspetti, a tratteggiarli brevemente, dando loro una profondità che era quella che avevo immaginato io quando avevo scritto certe cose. E’ quello che mi è piaciuto di più vedere su carta».

Quanto hai contribuito alla scelta dei brani da illustrare?
«Abbiamo deciso di concentrarci su alcuni brani, in particolare sulle storie d’amore, perché erano le più efficaci a livello visivo e, sia io sia il Pettirosso, eravamo d’accordo nel dire che sono i brani più evocativi. Poi abbiamo deciso a quali dedicare un’illustrazione minore. Ad ogni modo, gli ho lasciato carta bianca da un certo punto di vista, anche perché abbiamo gusti affini e alcune illustrazioni erano venute veramente bene, come avevo visto durante i live».

Credi che una graphic novel possa permetterti di avvicinare anche un pubblico diverso da quello che generalmente ti segue?
«Da un certo punto di vista sì. E’ chiaro che è un prodotto rivolto soprattutto ai miei fan, però non solo a loro. Ha, infatti, la possibilità di farmi arrivare a più persone. E’ sicuramente più intergenerazionale, perché è fruibile anche, ad esempio, dai bambini grazie alle immagini e, comunque, va oltre il veicolo del rap, proprio perché privilegia l’aspetto narrativo della mia espressione musicale, cosa questa che la sdogana anche presso chi non ascolta rap. Quindi, sì, posso dire che ha esteso quella che è la mia scrittura anche nei confronti di persone che non mi ascoltano».

Quando prendi in mano il libro, te ne senti più ‘protagonista’ o ‘spettatore’?
«Spettatore. Assolutamente spettatore, perché il 50 per cento del libro è sicuramente di Ernesto e, quindi, rivedere le cose così come le ha messe lui su carta, mi emoziona ancora».

Ti è mai venuta voglia di scrivere un libro, diciamo, ‘tradizionale’?
«E’ tanto tempo che ho questa voglia. Ho dei racconti da parte, però, tra impegni lavorativi, musicali e familiari, non ho mai avuto il tempo di dedicarmici. Ho avuto delle belle proposte editoriali in passato e anche attualmente, quindi, sì, mi piacerebbe sicuramente, provarci».

In tutti i casi, nel futuro ce lo possiamo aspettare….
«Adesso assolutamente no, però l’idea c’è. Nei progetti adesso c’è di fare un nuovo disco che ha la priorità, per cui, se riuscirò a starci coi tempi, proverò a fare anche questo».

Tornando alla musica, ‘Tenebra è la notte’ ha appena compiuto un anno: lo rifaresti esattamente uguale o cambieresti qualcosa?
«Come tutti gli artisti, cambierei alcune cose, ma si tratta di dettagli comunque. Curerei di più alcune produzioni musicali, forse perfezionerei il cantato in alcuni passaggi, però il corpus mi piace, quindi rimarrebbe quello».

Qual è stata la soddisfazione più grande che ti ha dato?
«Tantissime soddisfazioni. Tra queste, sicuramente riuscire a riempire dei locali per me impensabili fino a poco tempo fa. E una piccola soddisfazione è stata uscire dal live di Milano – peraltro sold-out – e trovare la bancarella con l’abusivo che vendeva le mie magliette taroccate. Ecco, questa è stata sicuramente una soddisfazione. Alcuni amici mi hanno detto ‘Ma come? Non ti arrabbi che specula su di te e sulla tua arte?’. Al contrario! Come tanti, ho sognato di cantare di fronte a un grande pubblico e trovare addirittura l’ambulante con la maglietta taroccata è stata una grande soddisfazione», afferma ridendo.

C’è un brano di ‘Tenebra è la notte’ che preferisci e, se sì, quale?
«Il preferito, sicuramente, è ‘La stella e il marinaio’, dedicato a mia madre che non c’è più, ma quello che riesce ancora a darmi grandi soddisfazioni è ‘La vita dopo la notte’, perché, anche se è la mia ennesima storia d’amore e ha una struttura abbastanza classica, è riuscita ad arrivare a tante persone. Piace ancora ed è intergenerazionale, quindi significa che sono riuscito a creare una bella sintesi tra forma espressiva e contenuto».

Lasciamo il passato e veniamo al presente: appari nell’appena uscito disco di Moder, ‘Ci sentiamo poi’, con il brano ‘La musa insolente’, un pezzo che affronta un argomento non facilissimo come gli Anni di Piombo…
«Volevo tornare su questi argomenti su cui mi tengo sempre aggiornato anche attraverso la saggistica con tutte le pubblicazioni che riguardano il terrorismo. E’ un argomento che continuo a seguire dal punto di vista storico. Il panorama del rap, a livello contenutistico, è veramente desolante: non si parla assolutamente di niente, se non dei soliti 4-5 macro-argomenti. Questo mi spinge ancor più a puntare su argomenti di tipo culturale e a farlo in modo sempre più specifico. Tante persone mi hanno fatto capire che apprezzano questa mia scelta e, affrontare gli Anni di Piombo è proprio andare in una direzione opposta rispetto al rap di oggi. Alcuni mi hanno fatto notare come questa canzone sia simile a ‘Martino’, ma non è che un argomento di questa portata si possa esaurire con un brano. Ci vorrebbe un album intero, anzi, una discografia intera per parlare del terrorismo. Per ‘La musa insolente’ mi sono fatto ispirare da questa storia e ne è uscito il pezzo che, credo, con tutti i suoi limiti, renda bene quella che è la contraddizione di quegli anni».

E, adesso, guardiamo al futuro: sta per arrivare ‘INFERNVM’. Cosa puoi dire in materia?
«Si può dire che uscirà il 25 marzo e, come si è capito, è un concept album che si concentra sull’Inferno di Dante. Il disco ha rappresentato una bellissima esperienza anche perché è stata chiusa in tempi molto veloci. Era tanto tempo che volevo collaborare con Claver Gold e mi ha fatto piacere che sia stato lui a propormi questa tematica che io, da solo, non avrei affrontato, in quanto la trovavo veramente un mare magnum. Invece, lui, con la sua freschezza, ha detto ‘Ma no, proviamoci. Ce la possiamo fare’ e, grazie a lui, mi sono spinto su territori in cui da solo non sarei arrivato».

Qualche altra indiscrezione su questo nuovo lavoro?
«Si snoda soprattutto sui personaggi: ovviamente abbiamo dovuto fare una selezione dei canti che è riconducibile alla scelta dei protagonisti. Avrà, comunque, un andamento progressivo, anche se ho dovuto fare delle piccole correzioni, dei piccoli interventi per motivi strutturali. Ho voluto che le tracce progredissero insieme ai canti. Ci siamo fatti attrarre da alcuni personaggi, li abbiamo descritti e, a volte, ho dovuto posticipare dei canti per motivi musicali. In linea di massima, però, la struttura è progressiva e riprende quella dell’opera. Io sarei stato molto didascalico, mentre Claver mi ha dato tutta la fluidità che non ho e abbiamo trattato alcuni personaggi portandoli anche nella contemporaneità. Abbiamo cercato di fare una cosa onesta e, al tempo stesso, che non fosse troppo pesante. In questo Claver è stato fondamentale. Io lo avrei reso un mattone questo disco – dice ridendo –, invece grazie a lui, abbiamo fatto una cosa scorrevole e, secondo me, fruibile ai più».

A questo punto non resta che contare i giorni che ci separano dall’uscita di ‘INFERNVM’ per scoprire chi è stato scelto per ‘popolare’ i brani, i canti affrontati e, soprattutto, come è stata affrontata un’opera di per sé non proprio facilissima come la Divina Commedia. Ma non è certo possibile non cogliere quel sassolino lanciato quasi di sfuggita e guardare con ancora più curiosità ai mesi a venire che sembra proprio possano essere forieri di un nuovo disco.

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