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Lucca Summer Festival – Caparezza incanta i 10mila di piazza Napoleone con la sua fantasia

Assistere a uno spettacolo di Caparezza è sempre un’esperienza sia musicale che dal punto di vista dell’immagine. Lo è sempre stato. Lo è ancora di più in questo live, quello che accompagna ‘Exuvia‘, il suo album più recente.

‘Exuvia’ è un album destinato a divenire ‘fondamentale’ nella discografia di Caparezza, in quanto pone un punto fermo nella carriera dell’artista. Qua, Caparezza tira una sorta di bilancio di quella che è stata finora la sua produzione musicale, non rinnegando più nemmeno quell’inizio come MikiMix, dal quale aveva finora preso le distanze.

E il live rispecchia perfettamente questo percorso di ‘sunto’: ripercorre le tracce dell’album e le arricchisce con alcuni pezzi provenienti dal passato e che, in qualche modo e per qualche ragione, sono imprescindibili, come ‘Vengo dalla Luna’ o ‘Abiura di me’ o ‘Fuori dal Tunnel’.

Supportato da una band decisamente molto valida, il live irrompe in una piazza Napoleone gremita. Dopo due anni di stop forzato, vedere la piazza nuovamente al gran completo è già emozionante. Vedere i 10mila cantare e ballare con Caparezza è un ritorno al passato di cui un po’ tutti hanno bisogno di questi tempi.

Il pezzo che guadagna decisamente di più nell’esecuzione live – soprattutto per l’apporto di un batterista veramente eccezionale – è ‘Zeit’. Nell’album, questo brano resta forse il più ostico o comunque quello di minor impatto. Quando sale sul palco, questo pezzo cambia completamente vestito e diventa uno dei più trascinanti, a dimostrazione che, in fondo non si può mai dare niente per scontato.

Come dicevo, però, Caparezza non presenta mai un’esibizione solo musicale. La parte visiva, per lui, è sempre molto importante. Sul palco, con lui, ci sono ballerini che mettono in scena quello che le canzoni raccontano.
Ma a colpire sono le enormi figure in cartapesta che accompagnano le canzoni. Dal fungo con lo stregatto sopra per ‘Il mondo dopo Lewis Carroll’, alla cicala – quella che cambia pelle – all’ippogrifo dell’Orlando Furioso per ‘Vengo dalla Luna’. E ancora, un castello di carte, un drago cinese che si snoda su e giù per il palco con il suo andare ondulante e molte altre strane creature. C’è perfino un calamaio gigante per gli appassionati di penne, ai quali, in fondo, basta un pound per essere felici con una penna nuova.

Uno spettacolo senza alcun dubbio molto complesso, ma che ‘gira’ perfettamente, senza mai intoppi e senza mai subire rallentamenti. E, vista com’è articolato, effettivamente testimonia come sia stato preparato anche nei più minimi dettagli, affinché non vi siano mai momenti di vuoto.

Altro aspetto da rimarcare, sono gli ‘intermezzi parlati’ di Caparezza, quelli nei quali spiega o parla dei brani che ha presentato o che presenta. Sempre a metà tra il serio e il faceto, riesce a divertire parlando seriamente di argomenti seri. Magistrale, poi, il riassunto dell’Orlando Furioso, realizzato con l’ausilio di alcuni attori (muti) e lui nella veste del ‘narratore’. Un riassunto che fa amare l’opera ariostesca anche a chi non vi ha mai trovato nessuna affinità.

In chiusura, dopo 2 ore circa di spettacolo, nel ringraziare il pubblico, ha detto che partecipare al live è un po’ come entrare nel suo mondo. E il suo è un mondo fatto fatto di fantasia al servizio della realtà. Sicuramente un mondo che vale la pena esplorare.

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