Come copertina ha scelto un quadro di Ben Risk ‘Site of Special Interest’, al quale sono state affidate anche le cover di quelli che saranno i singoli di Temple, il nuovo lavoro di Matthew And The Atlas. Già questo fa comprendere l’importanza che ha la parte figurativa nel lavoro su questo album di Matthew Hegarty, che ha lavorato con Dave Watts, noto fotografo, proprio per creare un progetto fotografico legato a ‘Temple’ e che propone fotografie di luoghi particolari del Somerset e della Cornovaglia.
Il cantautore e polistrumentista Matthew Hegarty ha, quindi, abbandonato le atmosfere molto ‘americane’ dei primi lavori – che comunque gli avevano regalato il consenso del pubblico – e, dopo ‘Other Rivers’, il suo album di debutto, dove erano presenti le atmosfere melanconiche e forti che riportano alla musica di Bon Iver o di Sufjan Stevens, torna alla ‘sua’ musica.
E’ lo stesso artista che spiega questo passaggio: «Il primo album è andato lontano, questa volta siamo tornati indietro di qualche passo». Un tornare indietro che, però, significa guardare avanti per il musicista che ha composto questo album in soli tre mesi e le canzoni sono, poi, state completate a Nashville, assieme al membro della sua band Tommy Heap e ai musicisti folk Brian Holl ed Eric Hillman.
TRACKLIST
- Graveyard Parade
- On A Midnight Street
- Temple
- Elijah
- Modern World
- Old Master
- Mirrors
- Can’T You See
- Gutter Heart
- Glacier
- When The Light Hits The Water