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Nic Cester & The Milano Elettrica: ‘compitino’ da 55 minuti e niente più [photo gallery]

«E’ forse il posto più elegante nel quale ho mai suonato». Lo dice Nic Cester dal palco del Teatro del Giglio, iniziando il concerto con Milano Elettrica.

Come già era accaduto per la data del Lucca Summer Festival, i componenti della formazione Milano Elettrica si dimostrano fin dalle prime note le colonne portanti del concerto, essendo ottimi musicisti, in grado di fare la differenza.

Poi arriva l’australiano Nic Cester ex leader dei Jet. Lui, Nic Cester, ha sicuramente una voce interessante che si adatta a qualsiasi genere musicale. E, infatti, questa versatilità si riflette perfettamente in una scaletta che esplora i confini della musica: dal jazz al blues, dal funk al rock. Nic Cester non si fa mancare davvero niente.

 Eppure.

Eppure la sensazione è che faccia poco più (a volte poco meno) dal “compitino”. I brani sono eseguiti bene, cantati bene, ma non poi cosi incisivi.

Bravi, precisi e puntuali. Tutti. Ma davvero niente più di una buona esecuzione Nessun brano “tirato”. Non c’è mai un guizzo. Mai un qualcosa che renda quella esecuzione “speciale ” .

Quando Nic Cester decide di spingere un po’ di più anche vocalmente (e accade solo in un paio di occasioni), fa la differenza e fa pensare che se si spendesse un po’ di più, forse il concerto se ne avvantaggerebbe.

Ma non accade.

Altra nota stonata della serata è la lunghezza, o meglio la brevità del live.

Quindici brani (compresi i due encore) che scorrono rapidi in nemmeno un’ora di concerto. Piacevoli? Si, certo. Sufficienti? No.

Niente da dire sulle esecuzioni. Niente da dire sulla presenza scenica (grande parte, anche in questo caso la fanno i Milano Elettrica). Apprezzabile lo sforzo di parlare in un italiano corretto fatto da Nic Cester, che comunque sta in Italia da abbastanza anni da non avere problemi in questo senso.

Da segnalare – nel secondo encore – la presenza di Filippo Graziani, figlio di Ivan, che canta con Nic Cester ‘Monna Lisa’, in un duetto che nemmeno lontanamente è paragonabile a quello eseguito a Vetriano con Brunori Sas. Per carità, Graziani-figlio è bravo e ha una discreta presenza scenica, ma non è suo padre. La ‘Monna Lisa’ proposta è sufficientemente buona, ma rimane nella norma. Anche in questo caso, la sensazione è quella di essere di fronte a un ‘compitino’ ben eseguito, ma che non fa oltre quello.

Una sensazione, quella del ‘compitino’, che ci accompagna durante tutto il concerto. I brani proposti sono interessanti, sono belli, sono bene eseguiti, ma non c’è niente che li renda ‘speciali’. Si fermano al ‘6’. Fossimo a scuola, sarebbe Nic Cester sarebbe il classico caso di un ‘è bravo ma non si impegna’. Fermo restando che 55 minuti di concerto sono veramente troppo pochi e che, se al limite non hai un repertorio tale da fare 2 ore di concerto, puoi sempre allungare i brani, dare spazio ad assoli che magari rendono il pezzo più interessante. Insomma, ‘allungare un po’ la minestra’. E forse – non sicuramente, ma probabilmente sì – il pubblico apprezzerà. Il concerto di Lucca, in conclusione, dimostra come Nic Cester sia un musicista sicuramente interessante, ma, per lo meno adesso, più adatto a fare da spalla ad altri artisti che a reggere una serata tutto da solo.

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