Pubblicato il Lascia un commento

Nuovo live, nuovo talk: l’inverno che non conosce noia di Murubutu

Poche cose sono certe, ma una di queste è sicuramente che Murubutu non è il tipo che va in letargo in inverno. Anzi. Ha iniziato l’anno con una serie di annunci che preludono a mesi alquanto intensi.

Partendo dal più importante – e, probabilmente, il più impegnativo – pare che stia già lavorando a un nuovo album, avvolto per ora nel più fitto mistero. Si può solo attendere che il tempo passi per saperne di più e capire, così, come sarà il successore di un grande disco come ‘Storie d’amore con pioggia’.
Tanta è la curiosità su questo nuovo lavoro, soprattutto per comprendere quale sia la strada scelta sia musicalmente, sia come tema portante che faccia da ‘fil rouge’ al disco.
Ma per ora si può solo immaginare che, da un punto di vista musicale, Murubutu compirà un ulteriore passo avanti nella sua personale ricerca che da tempo sta portando avanti.

Indizio’ che questa sia la direzione scelta è il varo di un nuovo live che proporrà quest’anno e che si preannuncia decisamente interessante.

Per ora c’è una sola data (il 17 aprile), ma se ne dovrebbero aggiungere altre a breve. Nel suo ‘viaggio musicale’, Murubutu stavolta è approdato al jazz. In una fusione tra rap e jazz (accostamento che, in passato e in altri luoghi, ha dato vita a risultati decisamente notevoli, su tutti Jazzmatazz), per proporre una rilettura del suo repertorio proprio in questa chiave. Non a caso, la data di aprile è al Blue Note di Milano, dove sarà accompagnato dalla Moon Jazz Band.

E, appunto, sarà interessante capire qual è il risultato di questo viaggio musicale e come le sonorità jazz si adattino ai testi e al repertorio di questo artista.

Le ricerche di Murubutu, però, non sono solo musicali. Ed ecco che il 2024 si apre con un nuovo tema per i talk, formula oramai consolidata che propone da tempo su e giù per lo Stivale.

Se negli scorsi anni ha sondato le potenzialità del rap come genere letterario, spiegandoci come e perché scelga sempre con cura le sue parole, adesso, cambia la prospettiva e ci porterà a scoprire quando la letteratura è fonte di ispirazione per testi rap.

I due temi, in realtà sono abbastanza affini e, forse, in qualche aspetto possono perfino sovrapporsi, ma questo non li rende ambedue meno interessanti da approfondire. Spulciando i social, si apprende che «Le relazioni tra musica e letteratura sono infinite e antiche. Dal Dolce Stil Novo di Dante fino al romanzo contemporaneo: nei prossimi mesi proveremo a delineare insieme punti chiave e connessioni di questo profondo legame.  E’ un nuovo talk, con un focus particolare sul legame tra romanzi e musica rap». E se a dirlo è chi lo ha pensato, ideato e lo porterà in giro, quella che sia la strada tracciata appare già più chiaro.

Va detto che nei testi di Murubutu, la letteratura ha sempre avuto una parte rilevante. Si potrebbe tracciare una sorta di ‘bibliografia in musica’ semplicemente scorrendo le tracklist dei suoi album e approfondendo un minimo i testi. Spesso i romanzi sono fonte di ispirazione per i testi di Murubutu, che li affronta sostanzialmente in due modi distinti. O li rende protagonisti della canzone (un esempio su tutti, ‘Buio’ che nei suoi 4 minuti e 20 secondi in ‘Tenebra è la notte’ riassume perfettamente ‘Il sergente nella neve’ di Rigoni Stern), oppure si ispirano ai testi, tracciando storie parallele, affini per atmosfera, suggestioni, o personaggi che si delineano nel solco di quelli del romanzo, ma che vivono, comunque, di vita propria. E’ il caso de ‘La bella creola’ (da ‘L’uomo che viaggiava nel vento’) e ‘Pentagramma dell’acqua’ (da ‘Storie d’amore con pioggia’), rilettura personale rispettivamente de ‘Il meraviglioso viaggio di Octavio’ e ‘Zucchero nero’ di Miguel Bonnefoy.

Gli esempi, in uno e nell’altro caso, sarebbero davvero tanti, ma sarebbe un po’ tirare a cogliere su quelli che sceglierà di rendere protagonisti del talk e non ha molto senso.

Quello che è certo è che l’accostamento tra letteratura e testi è un qualcosa che Murubutu compie da sempre e che, adesso (se vogliamo anche giustamente), esce dalle tracce di un album e dalle sue note di copertina, per compiere un suo percorso, facendo così fare un ulteriore passo avanti a quell’opera di divulgazione culturale che caratterizza Murubutu, che non è professore per caso, ma ha una vera e propria vocazione per il trasmettere la conoscenza su quanti più livelli possibile.

Non resta che aspettare le date: quelle dei live, quelle dei talk e, forse ancor più, quella dell’uscita dell’album, con una sicurezza, che sebbene Murubutu negli anni ci abbia spiegato come scelga sempre con cura le sue parole, una l’ha esclusa dal suo vocabolario e, probabilmente, non ne proprio conosce il significato né per sé, né per chi lo segue: ‘noia’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *