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‘Peace Through Music’: la musica che unisce i popoli e si fa portavoce dei diritti umani

Che la musica sia un linguaggio universale, che unisce, è cosa nota. Che venga usata per unire realmente i popoli è già più raro. Ci ha pensato il concerto ‘Peace Through Music |A Global Event for Positive Change’, che è andato in diretta ieri sulla pagina Facebook di Playng For Change.

Un evento realizzato in un periodo ‘strano’ come quello che stiamo vivendo, ma, per questo, non meno emozionante.

Curatissima la regia, sono stati proposti i contributi di artisti da tutto il mondo – ma proprio tutto, da Katmandu, a Kinshasa, a New York, alle Hawaii – che hanno eseguito canzoni famosissime, famose o quasi sconosciute, ognuno nel suo contesto ‘nativo’, fosse questo uno studio di registrazione inglese o un tempio buddista giapponese.

Molti gli artisti che hanno preso parte a questa maratona di due ore di musica sono per lo più sconosciuti, ma, in linea di massima, sono stati affiancati dal ‘grande nome’. Ecco che le performance diventano, quindi, particolari, corali e collettive, dove niente è scontato, ma tutto è magistralmente orchestrato.
La produzione dei singoli video – che c’è da sperare saranno resi fruibili anche separatamente – è semplicemente perfetta. Curati in ogni dettaglio, propongono gli artisti di ogni angolo del mondo eseguire la loro performance di cui noi vediamo solo piccole porzioni che si incastrano in un video-puzzle con quella dei colleghi.

Niente di originale, ma qualcosa che dimostra, nel concreto, come la musica veramente possa unire e non certamente dividere. Come lo stesso ritmo faccia cantare e ballare e possa essere suonata con qualsiasi strumento, anche i più strani del Barein.

Peace Through Music è stato organizzato da Playing for Change e dalle United Nations Population Fund e, per gli organizzatori, ha lo scopo di «ispirare le persone ad agire per la pace e la giustizia, ovunque e per chiunque». Un evento globale del tutto speciale che ha coinvolto moltissimi artisti, ma anche celebrità, politici e studiosi da tutto il mondo che si sono uniti per il 75esimo anniversario delle Nazioni Unite per una sola causa, appunto. «Attraverso il linguaggio universale della musica – spiegano gli organizzatori – e dell’arte dello storytelling, Peace Through Music vuole incarnare l’unità e l’intento comune che battono nel cuore della stessa umanità».

Ed è proprio uno storytelling in video quello che viene proposto in diretta sulla pagina Fb dell’associazione, nel quale viene raccontato un mondo unito dalle sette note. Un mondo possibile tra i tanti. Forse non quello che stiamo vivendo, purtroppo. Ma sicuramente una realtà per cui merita lottare.

Tra le tante performance che si sono susseguite nelle due ore, spiccano quella dei Run The Jewels con Josh Homme e Katie Melua, una spettacolare ‘Here Comes The Rain Again’ eseguita al solo pianoforte nel suo salotto da un’elegante Annie Lennox. E, ancora, immancabile ‘Biko’ con un Peter Gabriel in splendida forma, Angelique Kidjo e una pletora di artisti da ogni dove che rendono ancora più emozionante uno dei brani più importanti della produzione di Gabriel. Inoltre, da rimarcare è la bellissima introduzione al brano fatta dal figlio di Steven Biko, che ne spiega l’importanza e il ruolo che una canzone come quella dedicata al padre ha avuto e tuttora ha nel riconoscimento dei diritti umani.

Robbie Robertson ha ‘duettato’ a distanza con Ringo Starr, anche loro accompagnati da molti altri, mentre l’ultima performance del concerto è stata una ‘Oyo como va’ con un Santana alla chitarra che dà il meglio di sé.

Insomma, due ore di contaminazione totale, dove musica sudamericana si alterna a brani africani a tipiche ballad americane e dove artisti nepalesi, cingalesi, indiani, giapponesi, colombiani si esibiscono a fianco (virtualmente almeno) dei mostri sacri – per lo più occidentali – della musica contemporanea. Un’esperienza davvero particolare, che vale comunque la pena fare, per guardarsi attorno con una consapevolezza diversa e per attribuire alla musica quel ruolo di unificatrice di popoli che in realtà ha.

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