Gli Shame suonano insieme da appena tre anni, giusto il tempo di diventare la band da tenere d’occhio in Inghilterra e la next big thing della piovosa Londra.
Charlie Steen (vocals), Sean Coyle-Smith (guitar), Eddie Green (guitar), Charlie Forbes (drums) e Josh Finerty (bass) si sono conosiuti a scuola e hanno formato la band suonando nella sala prove del noto Queen’s Head di Brixton, stesso posto da cui proviene la gang dei Fat White Family – «I Fat White – racconta Charlie Forbes – non sapevano propriamente della nostra esistenza finchè non abbiamo iniziato a suonare usando la loro roba visto che non avevamo una nostra strumentazione».
Per il Natale del 2014 è arrivato il primo live show londinese al The Windmill, in compagnia di Goat Girl, Shark Dentist, Sorry e the Dead Pretties, ovvero il meglio della nuova scena indie londinese in quel momento. Di lì a poco sarebbero arrivati i primi show fuori Londra con la punk band californiana The Garden e quelli fuori dall’Inghilterra, in Irlanda, con i Fat White Family.
Al The Great Escape di Brighton scocca la scintilla e l’intera scena indie inglese inizia a parlare degli Shame. Dopo il set la band viene denunciata per danni alla venue, i siti e le riviste inglesi parlano della più calda performance del festival e di una band destinata a far parlare di sè. A ottobre il Pitchfork fest parigino non se li lascia scappare e la Dead Oceans annuncia il loro esordio ‘Songs of Praise’. Gli ottimi singoli ‘Concrete’ e ‘One Rizla’ hanno anticipato l’uscita del primo album atteso il 12 gennaio per Dead Oceans.
Gli Shame sono una rivelazione della scena anglosassone, un quintetto post-punk dal tiro potente capace di rievocare il punk viscerale dei The Fall e la moderna rabbia indie rock di Slaves e Fat White Family.
TRACKLIST
- Dust On Trial
- Concreteì
- One Rizla
- The Lick
- Tasteless
- Donk
- Gold Hole
- Friction
- Lampoon
- Angie
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