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Suoni dal mondo per tre giorni di concerti a Charlton Park: headliners del Womad 2016 George Clinton, King Creosote, Baaba Maal e Anoushka Shankar

Womad Festival 2016
Womad Festival 2016

I nomi principali dell’edizione 2016 del Womad Festival erano sicuramente George Clinton, King Creosote e, per la parte più ‘etnicaAnoushka Shankar e Baaba Maal. Questo, ovviamente, a parte John Grant, di cui però abbiamo parlato a parte.

Attorno a questi grandi nomi, un universo di artisti che, arrivando al parco di Charlton nel sud dell’Inghilterra da ogni parte del mondo, hanno portato un po’ della loro terra in Gran Bretagna.

Anoushka Shankar (ph: Telegraph)
Anoushka Shankar (ph: Telegraph)

Anoushka Shankar – figlia di Ravi e sua erede come ‘regina del sitar‘ – è quella che maggiormente rispecchia lo spirito del festival: da sola sul palco, è riuscita ad incantare con le note sprigionate dal suo sitar, dando vita a un concerto realmente suggestivo.
Certo, il dubbio che chiamarsi ‘Shankar’ l’abbia un po’ aiutata nel diventare un punto di riferimento per uno strumento particolare come il sitar, un po’ viene, ma tant’è. L’artista è decisamente meritevole del titolo di ‘regina’ e le domande le lasciamo ad altri momenti, lasciandoci cullare dalla magia della musica dell’artista indiana.

Baaba Maal (ph: Womad)
Baaba Maal (ph: Womad)

Un altro live che si può annoverare tra gli headliners è stato quello di Baaba Maal, musicista oramai iconico della musica africana e artista presente al Womad da sempre.
Nella sua performance ha dato vita a un concerto all’altezza della sua fama, facendo vivere il palco con i ritmi africani che hanno coinvolto l’audience, facendo ballare anche chi non ne aveva voglia.
L’artista senegalese ha dato fondo al suo repertorio, fatto di musica tradizionale non scevra da contaminazioni più occidentali e, con la sua inconfondibile voce, ha incantato il pubblico del Womad Festival.

George Clinton Parliament Funkadelic (ph: Womad)
George Clinton Parliament Funkadelic (ph: Womad)

Sempre carico di energia, sempre divertente, sempre ‘da ballare’ è George Clinton e il suo Parliament Funkadelic. Certo l’età si comincia a sentire anche per lui, ma sarà l’atmosfera festivaliera, saranno i ritmi che davvero non lasciano spazio alla malinconia, questo live è stato uno dei più partecipati e uno dei più coinvolgenti. Anche uno dei più apprezzati da coloro che hanno preso parte all’intero festival tant’è che il giorno successivo, i commenti entusiastici su quanto portato sul palco da George Clinton si sprecavano.
Forse, però, è giusto ammettere che in un contesto diverso non avrebbe accontentato i palati più esigenti, ma in fondo il bello di un festival è anche quello che parte del successo di una performance la da anche il contesto in cui questa si svolge.

Il concerto che forse non ti aspetti è quello di King Creosote: i suoni raffinati di Kenny Anderson sono stati protagonisti di un live che non ha certamente deluso le aspettative di chi già conosceva questo artista per i suoi lavori passati e lo ha fatto scoprire a chi non aveva ancora familiarità con il suo mondo musicale. King Creosote ha dato vita a un concerto nel quale ha suonato le versioni forse definitive di quello che sarà il suo prossimo lavoro ‘Astronaut meets Appleman’, dando così un’interessante anticipazione del lavoro la cui uscita è prevista per il 2 settembre prossimo. Certo, c’è stato spazio anche per le canzoni che hanno decretato il successo dell’artista e che provengono dall’album che lo ha fatto conoscere sulla scena internazionale ‘From Scotland With Love’.

Womad Festival 2016
Womad Festival 2016

Ma se questi erano i quattro concerti sicuramente più interessanti – a cui si aggiunge quello di St. Germain al quale però non abbiamo potuto partecipare – tutto intorno, tutto il giorno e tutti i giorni del Womad Festival, vi sono state decine di concerti altrettanto interessanti, anzi, forse di più.

Di più perché portavano sui vari palchi artisti spesso non conosciuti e, pertanto, oltre all’ascoltare della musica di qualità, c’era anche la soddisfazione per la scoperta.

Muzykanci
Muzykanci

Come per i polacchi Muzykanci, virtuosi musicisti ‘classici’ che sono riusciti a trasportare la musica folk della Polonia in una dimensione assolutamente nuova e decisamente contemporanea. Travolgenti come la loro musica, hanno dato vita sia a dei workshop che a dei concerti davvero unici, dove hanno dimostrato come il folk tradizionale possa essere interpretato anche in una maniera alternativa e coinvolgente.

Per gli amanti dei ritmi sudamericani, è stato sicuramente interessante il mix proposto da La Mambanegra che hanno portato sul palco del Charlton Park il loro hip hop condito con ritmi salsa, per quello che è, secondo loro, un genere totalmente nuovo che potrà nei prossimi anni consolidare il proprio successo.

Wiyaala
Wiyaala

Altro appuntamento molto partecipato è stato quello con la regina dell’afro-pop Wiyaala, che però, onestamente, non ha incantato. Brava lo è sicuramente. Ma non si può certo dire che sia all’altezza della fama che l’ha preceduta. Quello proposto è stato poco più di un concerto pop con atmosfere africane. Molto adatto al contesto nel quale si è tenuto, per carità, ma davvero niente di esaltante.

Amaraterra
Amaraterra

Due, infine, le presenze italiane da segnalare: gli Amaraterra e Federico Albanese. Albanese, sulla scia di Lodovico Einaudi, è un pianista milanese, ‘trapiantato’ a Berlino, da dove compone la sua musica che somiglia molto a quella di Einaudi, appunto, ma concedendo qualcosa in più ai toni scuri della composizione.

Gli Amaraterra, invece, dal Salento si sono trasferiti a Londra, dove hanno portati i ritmi tipici della loro terra ed ecco che, con il loro arrivo al Womad, la taranta diventa la grande protagonista del live, con i suoi inconfondibili ritmi. In definitiva, la loro esecuzione delle musiche tradizionali salentine è sufficientemente buona, sebbene non eccelsa, ma questo basta e avanza al pubblico del Womad, affamato di nuovi ritmi e di nuove suggestioni.

@fedisp

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