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Tre brani per iniziare il viaggio nello Xenoverso di Rancore: la trilogia che anticipa l’uscita del nuovo album

Perché far uscire un singolo per anticipare la pubblicazione del nuovo album, quando ne puoi far uscire tre? Il fatto è che se sei Rancore, le cose semplici e lineari proprio non ti si addicono. Ed ecco che l’uscita del nuovo disco rappresenta l’occasione per creare una storia e iniziare a raccontarla attraverso delle lettere. Non una, ma tre.

Ma anche raccontarla nel tempo, seminando briciole già da mesi, attraverso i social; lanciando segnali e indizi su quello che poteva essere (o non essere) il concept dell’album, che, però, è stato svelato solo con l’uscita di questi tre singoli, ‘Lontano’; ‘X Agosto’ e ‘Arakno’.

Quello che propone Rancore è un viaggio nel futuro, o forse no. ‘Xenoverso’ – titolo dell’album che uscirà il 15 aprile – è una dimensione trasversale, che attraversa il tempo in maniera apparentemente casuale. Apparentemente. E’ ovvio.

Intanto ci arrivano dallo Xenoverso queste tre lettere che coincidono con i tre brani e ‘vivono’ in tre epoche diverse nel futuro: il 2036, il 2048 e il 2100. Date casuali? Ovviamente anche questo è impossibile, ma è altrettanto impossibile comprendere adesso il loro significato, poiché abbiamo solo tre squarci in una fitta tela.

La prima lettera è per una donna e le arriva da un soldato che le scrive durante la Grande Guerra. No, non la Prima Guerra Mondiale sulla Terra, ma quella che di cui il cronosurfista Rancore ci porterà testimonianza. Anche questo è ovvio.

La seconda lettera invece ha come protagonista proprio il nostro pianeta che è in grave pericolo e vede un netturbino spaziale che, per lavoro, raccoglie detriti dall’orbita terrestre, scrivere questa lettera al figlio, dove ricorda quando il bimbo di 8 anni studiava la poesia di Pascoli.

Infine, c’è la terza e ultima lettera, vero e proprio manifesto neo-luddista, dove protagonista è Arakno, un robot programmato per ribellarsi al sistema, chiamato – non casualmente – ‘Grande Telaio’ (storicamente i Luddisti di inizio XIX Secolo presero proprio il telaio come ‘macchina’ simbolo della loro feroce critica e lotta al meccanicismo), che, nel 2100, controlla il mondo.

In realtà, a ben guardare, c’è già stato un incontro con Arakno , non molto tempo fa – scherzi di un cronosurfista, senza dubbio – in ‘Black Rain’, in ‘Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali‘ di Murubutu che vede il featuring di Claver Gold e, appunto, di Rancore che, nella sua parte, cita Arakno e la sua «antica storia d’amore» con Fobia. Potrebbe essere un caso. Ma è difficile pensarlo.

Ma non solo: se si pensa a un viaggio nello Xenoverso, acquista un senso anche il singolo uscito più o meno un anno fa, ‘Equatore‘ che proprio di mete di viaggi parlava e che si avvaleva della collaborazione di Margherita Vicario. Un singolo che sembrava un po’ avulso dalla produzione tipica di Rancore e di cui si faticava un po’ a comprendere il senso, ma che, in effetti, alla luce dello Xenoverso potrebbe acquistare tutta un’altra prospettiva.

Ma lo Xenoverso musicale, anticipato da questi tre brani, ha anche un suo ‘parallelo’ virtuale: un sito dove si possono leggere le lettere affidate a Rancore, affinché arrivassero a noi da questi personaggi del futuro, durante i suoi vagabondaggi in un universo diverso dal nostro e dove, parola di cronosurfista, si troveranno indizi per entrare in una dimensione lontana nel tempo, nello spazio, ma vicina all’immaginario di Rancore e di chi lo segue.

Se questo è il concept, che ovviamente è una parte fondamentale, non possiamo certo dimenticare che parliamo pur sempre di un disco. I testi sono, come sempre con Rancore, molto accurati, ben studiati e ricchi di citazioni che, comunque, in questi tre casi, non soverchiano il senso dei brani.

I tre ritornelli sono azzeccatissimi: caratterizzano i brani e li rendono più facili all’ascolto. Anzi, ‘Lontano 2036’ è il pezzo che più di tutti si avvantaggia dal refrain che, di fatto, lo tiene in piedi.
Sicuramente di gran classe il paragone tra il padre pascoliano e il padre netturbino spaziale di ‘X Agosto 2048’, è comunque ‘Arakno 2100’ il brano più interessante sia come testo – con la storia del luddismo – sia per la narrazione del concept, poiché è forse quello che maggiormente fa intuire il quadro generale della storia che Rancore ci vuole narrare e, infine, anche musicalmente, sebbene, ai primi ascolti, possa sembrare il più ostico dei tre.

Adesso non resta che andare di tanto in tanto a sbirciare lo Xenoverso virtuale e aspettare pazientemente il 15 aprile, per poter conoscere tutta la storia di questo viaggio in un universo forse parallelo, forse futuro, forse tutto questo e molto di più.

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