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Un John Grant più elettrico fa ballare il Womad Festival 2016

SAMSUNG CSCIl nome di punta dell’edizione 2016 del Womad Festival a Charlton Park, nel sud dell’Inghilterra, è sicuramente stato quello di John Grant, che si è esibito sul palco principale la sera del venerdì.

Le due anime di Grant – quella acustica e quella più elettrica – hanno trovato perfetta sintesi nella sua performance, dove ha dato grande spazio all’ultimo album, pur senza mancare di concedere molto al passato, bilanciando così le due parti.

SAMSUNG CSCIl palco è scarno, non viene ‘decorato’ con niente da parte dell’artista che si limita a portare gli strumenti e i musicisti.
Un rapido soundcheck una mezz’ora prima dell’inizio del concerto e poi si aprono le danze.

Va anche detto che una dimensione come quella di un concerto nell’ambito di un festival di tale livello non concede grandi spazi per quello che riguarda le prove tecniche, anche perché lo stesso palco ospita concerti a rotazione e, quindi, difficilmente rimane libero e a disposizione degli artisti. Anzi, in genere la fase soundcheck viene direttamente saltata e si passa al concerto successivo.

SAMSUNG CSCQuello di John Grant rischiava di essere il concerto ‘fuori dal coro’ nell’ambito del programma del Womad di quest’anno, molto improntato alla musica ‘da ballare’, sia quella che proviene dagli angoli più sperduti del mondo, sia quella che possono fare gli Asian Dub Foundation o George Clinton e i Parliament Funkadelik .
Il musicista americano, però, è riuscito a scongiurare questo pericolo, dando sfogo alla sua vene ‘elettronica’, che ha incantato il pubblico del Womad Festival e fatto ballare le centinaia di persone che si erano assiepate al palco principale, per assistere al concerto.

SAMSUNG CSCTrascinante, coinvolgente e simpatico.
Questo è John Grant sul palco.

Inizia presentando fin da subito la band che lo accompagna, dando loro molto spazio – cosa questa non così scontata – ed esegue buona parte delle canzoni dell’ultimo album.

Ovviamente non scorda di essere un artista che vive la sua dimensione più naturale a un pianoforte ed ecco che, scherzando sul non ricordare le parole delle canzoni e, così, facendole cantare all’arena, apre il set più acustico della serata. E, a quel punto, anche i più ‘ballerini’, vengono incantati dalle melodie e soprattutto dalla voce profonda ed espressiva di Grant.

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Che viene tradotta anche con il linguaggio dei segni, come vuole il ‘politically correct’ che vige al Womad Festival.

 

Un concerto di quasi due che scorre via leggero e si chiude con un’altra concessione ai ritmi più elettrici e, alla fine, nonostante l’orario, l’artista si concede ai fans per il classico ‘meet & greet’ sotto la tenda principale dell’organizzazione.

Una nota stonata però c’è: il palco non è illuminato bene. O meglio, John Grant non è illuminato bene. All’inizio del concerto, l’artista gode della luce del tramonto, ma non appena le ombre della sera si allungano sull’arena del Womad, l’impianto di luci non è decisamente adeguato e lui rimane spesso in ombra, completamente oscurato.

SAMSUNG CSCPotrebbe essere stata una scelta dell’artista stesso. Non è dato di saperlo, però è un peccato, perché anche le luci, durante una performance live, hanno una loro basilare importanza.

 

 

@fedisp

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