
Luigi Tenco è senza dubbio una delle figure più tragiche e incomprese della storia della musica leggera italiana. In gran parte ignorato – quando non apertamente criticato – durante la sua vita, dopo il suo suicidio divenne oggetto di un culto postumo che lo trasformò in un’icona della disperazione e dell’angoscia. Divenne un simbolo dell’amore e della disperazione profondamente radicato nel suo tempo ma anche universale. Uno dei più grandi autori degli anni sessanta italiani e della scuola genovese.