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Una canzone al giorno – The Beatles: Hey Jude ( 31 luglio 1968)

Con il loro singolo del 1968, “Hey Jude”, i Beatles riuscirono ad alzare nuovamente l’asticella ad un’altezza irraggiungibile. Hey Jude si trattava di una delle loro canzoni più memorabili, classiche e romantiche, ed era allo stesso tempo commerciale e strutturalmente coraggiosa, persino in grado di rompere barriere. La barriera che veniva infranta era quella che limitava i singoli pop a circa due o tre minuti di durata, e certamente mai più di cinque; “Hey Jude” durava più di sette minuti.
Cantata e scritta da Paul McCartney (anche se John Lennon fu determinante nel fargli mantenere la frase  “movement on your shoulder”), “Hey Jude” non è esattamente una canzone d’amore standard, ma una canzone di conforto, incoraggiamento e speranza nell’amore. Dopo tutto, il cantante non sta cantando di se stesso o di un amante, ma di un amico, implorandolo di lasciare andare la tristezza del passato e di aprirsi alle possibilità di una nuova relazione. Lennon ipotizzò addirittura che McCartney rivolgesse la canzone a lui, dicendogli che era giusto che iniziasse la sua relazione con Yoko Ono.

In realtà Paul McCartney la scrisse per il figlio di Lennon, Julian, per consolarlo nel momento del divorzio tra il padre e Cynthia Powell. Originariamente, infatti, s’intitolava ‘Hey Jules’, ma fu cambiata perché, dissero in seguito, foneticamente non funzionava. 

Quella che avrebbe potuto essere solo un’altra grande ballata dei Beatles diventa qualcosa di straordinario alla fine dell’ultima strofa, quando la voce ripete imprevedibilmente l’ultima parola più e più volte in note ascendenti, per finire in un urlo di giubilo. I quattro minuti di ‘na na na’ portano la canzone a più di sette minuti di lunghezza, facendola diventare il singolo più lungo che abbia mai scalato le classifiche britanniche.

Dopo 2 minuti e 59 secondi, fra i versi: “Remember, to let her under your skin / Oh, then you’ll begin…”, si può udire appena, in sottofondo e coperta dalla strumentazione, l’imprecazione di Paul: “Fucking hell!”, non cancellata per espressa volontà di Lennon.

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