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‘Daimon’: un singolo estivo a sorpresa da Murubutu, tra filosofia e reggae

Sta diventando una piacevole tradizione dei mesi caldi, quella del singolo estivo ‘a sorpresa’ di Murubutu. E, in effetti, ce lo presenta un po’ così, come qualcosa destinato a ripetersi nel tempo, come dimostra il fatto che presenta la stessa copertina di ‘Temporale’, a cui cambiano i colori e la direzione del profilo raffigurato, collegando, di fatto, le due uscite a distanza di circa un anno.

La copertina del disco

Lo scorso anno, quindi, come si diceva, era stato un ‘Temporale’ estivo che era arrivato a rompere la calura (musicale) estiva e a raccontare una storia che, ‘pescando‘ nel passato dei marinai, in qualche modo, anticipava l’uscita dell’album, ‘Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali’.
Quest’anno, invece, si guarda alla mitologia e alla filosofia platonica (ma non solo) con ‘Daimon’.

C’è una profonda differenza tra i due brani, ad ogni modo.
Il primo, ‘Temporale‘, riprendeva la storia di una delle canzoni irrinunciabili delle set-list di Murubutu ‘I marinai tornano tardi’ e, giocando sul fatto che la storia poteva avere un altro finale rispetto all’originale, gli dava un’altra prospettiva. Una delle tante che poteva avere e che Murubutu raccontava attraverso il testo di questa canzone.
Ritroviamo, così, gli stessi personaggi ma altre vie. Il centro del brano si spostava da un sentimento talmente forte da far dimenticare gli anni e se stessi, a un luogo, quel mare che richiama a casa la protagonista. Adesso, in questa sorta di mondo parallelo, Clara, dopo che, morto il marito è andata via da quel luogo che era popolato solo da ricordi troppo tristi per una convivenza pacifica, ci fa ritorno. E il suo ritorno a quel mare che considera ‘casa’ fa pensare a una riconciliazione tra passato e presente, scordando le bufere del tempo che fu.

Daimon’, invece, è una storia completamente nuova e come tale prende vita e forma. Cammina tranquillamente nel solco dell’album e non avrebbe sicuramente sfigurato nella sua tracklist. Anzi. Ci sarebbe stata benissimo.
Ci si ritrovano, infatti, più o meno tutti i temi che hanno caratterizzato ‘Storie d’amore con pioggia’. C’è la pioggia, appunto. Ma c’è anche il richiamo a mondi diversi e tempi diversi (Ho vissuto in quattro mondi e attraversato i tempi. Ho due occhi che hanno visto tutte le maree), così come spesso troviamo in ‘Storie d’amore con pioggia’.

Come narrazione potremmo dire che è la versione più filosofica de ‘Il migliore dei mondi’: qua, infatti, ci si richiama (tra l’altro) al mito di Er, che diviene un ottimo espediente per raccontare una storia di un sentimento che riesce a passare oltre ai confini del tempo e dello spazio.

Certo, se ci si aspettasse un brano per i mesi caldi dove ‘amore’ fa rima con ‘cuore’, beh, direi proprio che si sarebbe sbagliato autore.
Qua ‘amore’ fa rima con ‘escatologia’ o ‘metempsicosi’.
Ed è perfetto così.
Il non scadere in un melenso romanticismo, ma narrare comunque i sentimenti, visti attraverso anche prospettive più ricercate e sicuramente non scontate, infatti, non è che una delle peculiarità più interessanti di Murubutu.
La storia è, ovviamente, un bel po’ travagliata, ma, del resto, se no che gusto ci sarebbe a raccontarla o viverla? Comunque non muore nessuno. No, non è proprio così: il protagonista muore infinite volte e altrettante infinite volte ritorna ma, nemmeno il Lete gli fa dimenticare quel sentimento che racconta («Dentro al Lete perderò i ricordi, tutti in fumo escluso uno che non sparirà mai»),

Si allontana da ‘Temporale’ anche musicalmente: qua siamo di fronte a un brano realmente ‘estivo’, nel senso che, rifacendosi a ritmi reggae, Murubutu ci propone un brano dai toni decisamente più leggeri. Aiutato dalla produzione di Bizzarri, ma anche dai cori, avvicinandosi e – forse – superando pezzi quali ‘Nuvole’ o ‘Multiverso’ che troviamo invece nell’album.
Insomma, fa un ulteriore passo avanti sulla strada dei ritmi caraibici che sicuramente creano un forte contrasto di estremo interesse: un testo non facile su una musica tutto sommato orecchiabile.  

Un contrasto decisamente felice che rende ‘Daimon’ un brano che è difficile dimenticare.

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