Non è certamente una sorpresa il fatto che ‘This is my hand’ – il più recente lavoro di My Brightest Diamond – sia uno dei dischi oggettivamente più belli e più interessanti di una stagione ricca di uscite di prestigio.
Dopo tre anni, Shara Worden torna con un disco che ha la classe dei precedenti lavori e la maturità che si sente crescere disco dopo disco.
Protagonisti assoluti sono i fiati. Le tipiche brass band americane che compiono un lavoro sonoro nuovo rispetto alle passate composizioni della Warden.
Apparentemente questo dovrebbe rendere il lavoro più vicino al grande pubblico, soprattutto per il tipo di suono generalmente associato alle brass band, ma la realtà, ancora una volta, è differente.
Non siamo di fronte a un disco commerciale, c’è poco da fare, bensì a un raffinato uso di una delle musiche più tipiche dell’America, la ‘marching band’.
Un altro aspetto abbastanza singolare di questa composizione è che la Worden ha citato quale fonte di ispirazione per questo disco addirittura Lady Gaga.
Sicuramente questo non è il nome che si potrebbe pensare di associare a un’artista raffinata e ‘di nicchia’ come la Worden, ma tant’è.
Nonostante la provenienza dalla scuderia di Sufjah Stevens, che la colloca tra artisti sicuramente ricercati, la front-woman dei My Brightest Diamond può permettersi il lusso di guardare all’icona trash-pop più in voga del momento e prendere quello che di buon può esserci anche in Lady Gaga.
Il lavoro che ne viene fuori è, come spesso accade con questa artista, un insieme di suoni di classe, miscelati con sapienza.
Su tutto, poi, domina quella voce cristallina e straordinaria che rappresenta lo strumento più potente e il ‘marchio di fabbrica’ di Shara Worden.
TRACKLIST
- Pressure
- Before the words
- This is my hand
- Lover Killer
- I am not the bad guy
- Looking at the sun
- Shape
- So easy
- Resonance
- Apparition
