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Nick Mason e la ‘riscoperta’ dei primi Pink Floyd sul palco del Lucca Summer Festival

Quella di Nick Mason è stata una scelta non solo nostalgica, ma anche ‘furba’ se vogliamo. Ha recuperato il primissimo repertorio dei Pink Floyd – quello con Syd Barrett, per capirci – e ha deciso di riportarlo sui palchi, con la sua formazione personale, Nick Mason’s Saurceful of Secrets.

Non si tratta, quindi, di un’operazione puramente commerciale, ma più un ‘recupero filologico’ di qualcosa che rischia di essere scordato, sommerso dal successo degli album della formazione, a partire da ‘The Dark Side of The Moon’.

E, sul palco del Lucca Summer Festival, Nick Mason ha portato proprio questo repertorio ‘antico’. Supportato da una formazione di primissimo livello, Mason, nonostante la non più freschissima età, ha dimostrato per tutto il live una forza e un’energia da far invidia a chi ha molto meno della metà dei suoi anni (è nato nel 1944).

Per i nostalgici degli anni ’80, sul palco c’è anche Gary Kemp, il chitarrista degli Spandau Ballet.

Il limite di questo live è che porta direttamente alla fine degli anni ’60- inizio anni ’70 e che, in alcuni casi, i suoni che dal palco inondano la piazza non si possono certo dire attualissimi né senza tempo.
In altri casi – forse quelli più ‘psichedelici’ – la vicinanza temporale è più percettibile, non fosse altro perché da lì sono partiti tantissimi altri artisti da allora a oggi e non hanno fatto ‘invecchiare’ quel tipo di suono.

Dettagli, comunque.

Perché, di fatto, il concerto è sicuramente una piacevole scoperta per chi non conosce quella parte di carriera dei Pink Floyd e può apprezzare tutta la genialità di un Syd Barrett al suo apice. Chi invece la conosce ma, magari per motivi anagrafici, non ha avuto modo di ascoltare live quei pezzi, ha la grandissima opportunità di farlo adesso, grazie a un Nick Mason in smagliante forma e che non manca di interloquire con il pubblico e che ha più volte ringraziato la piazza di Lucca per la grande accoglienza che gli ha riservato.

E,

E per qualcuno si tratta di una vera e propria scoperta: un commento catturato per caso di un ragazzo poco più che ventenne è emblematico: «E’ un concerto bellissimo, ma speravo facesse più pezzi dei Pink Floyd». Meno male che c’è sempre l’amico che ne sa un po’ di più e che gli spiega che ‘anche quelli’ sono i Pink Floyd.

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