I quattro “fratelli” Ramone hanno rivoluzionato il rock semplicemente riconducendolo alla sua essenzialità: velocità, semplicità, voglia di divertirsi e di divertire, cazzeggi vari. I Ramones riportano il rock alle sue origini, prima che diventasse adulto. Semplice e fresco come certe canzoni adolescenziali degli anni ‘50/’60, R’n’R suonato con pochi accordi, orecchiabile, forte e molto molto veloce. Influenzati dal garage e dal surf rock, ma anche dai suoni d Phil Spector, la musica dei Ramones, un muro di chitarre e una sezione ritmica incalzante, ha sancito un vero e proprio spartiacque. C’è un prima e un dopo questo album, uscito nel 1976, che insieme al terzo “Rocket To Russia” uscito solo un anno dopo, rappresenta la quintessenza della rivoluzione Punk. Quattro sbandati, vestiti di jeans strappati e giubbotto di pelle, fondamentalmente analfabeti musicalmente o comunque avvisi a qualsiasi tecnicismo, che cantano canzoni con testi giovanili e demenziali, (Gabba Gabba Hey!!) riescono a comunicare, come nessuno riusciva ormai più, il linguaggio genuino del Rock. Un lampo di pura energia primordiale, low-fi, sgraziata ma assolutamente adorabile e che ancora oggi non ha perso un grammo della sua straordinaria forza. I Ramones con tre accordi e canzoni quasi tutte intorno ai centoventi secondi, hanno riscritto la storia della musica del ‘900.
Bruce Springsteen tratteggia con poche parole intere vite, il declino dei sentimenti, il senso di impotenza, lo spietato isolamento dalla comunità. La notte diventa uno dei luoghi dell'anima dove le cose accadono, i destini cambiano, gli spazi si dilatano, i sogni e le bugie si confondono. Ed è proprio nell’atmosfera notturna e malinconica delle ballate come “Point Blank”, “The Price you Pay”, “Drive all Night”, “Stolen Car” e la stessa “The River” che la poetica di Bruce Springsteen trova la sua forma. E sebbene oggi il fiume sia secco, queste canzoni non sono invecchiate nemmeno di un giorno.
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