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Un appello, tante firme e un po’ di musica: la mobilitazione per salvare il rapper iraniano condannato a morte Toomaj Salehi

Strani tempi in cui viviamo. Mentre sui siti specializzati e sui giornali impazza la questione di chi abbia vinto nel dissing tra Kendric Lamar e Drake e mentre i telegiornali si interrogano su questioni basilari quali l’outfit di Angelina Mango all’Eurovision Song Contest, c’è una storia di diritti violati e negati, una storia che tocca sì la musica, ma non solo quella e che passa pressoché inosservata.

E’ la storia di Toomaj Salehi, rapper iraniano di 34 anni, condannato a morte per i suoi testi.
Testi che parlano di libertà e della situazione (reale) del proprio Paese. Testi a sostegno del movimento ‘Donna Vita Libertà’, nato a seguito della morte di Mahsa Amini, finita in carcere perché non aveva indossato nel modo corretto il velo.

Toomaj non ha mai preso le distanze da quanto affermato nei suoi brani nel quali ha denunciato la repressione e la corruzione messe in atto dal governo iraniano e questo gli è fruttato una condanna a morte che, oggi come oggi, sembra inconcepibile.
Già, perché parlare di condanna a morte in questo scorcio di secolo sembra davvero assurdo. Dovrebbe essere un qualcosa di superato e, invece, la vediamo presente in fin troppi Paesi nel mondo. Ma questo è ancora un altro discorso.
Qua siamo di fronte a un artista che viene condannato per la propria arte e, se la pena di morte non è mai concepibile, in questo caso, lo diventa ancora di più.

Toomaj è stato arrestato nel 2022 e, a parte qualche breve periodo di libertà, è sempre rimasto in carcere, dove ha subito torture e lunghi periodi di isolamento.  

Ovviamente Amnesty International si è mobilitata per salvare il rapper con varie iniziative, su tutte la classica raccolta di firme che può sembrare un atto superfluo, ma, per contro, dà un segnale forte di quella che è la mobilitazione per una causa e può fare la differenza nell’esito finale.
Per questo, chi volesse firmare l’appello lanciato da Amnesty per salvare la vita di Toomaj, lo trova qua.

Ma in questi ‘strani tempi’, in cui – in Italia almeno – sembra essere più importante l’abito della musica, per fortuna, esistono anche delle eccezioni e la vicenda di Toomaj è comunque stata portata alla ribalta nel Concerto del Primo Maggio a Roma, dove è stata ricordata tanto da Ermal Meta, quanto da artisti che hanno preso parte all’evento.

Ha, poi, preso posizione netta il Club Tenco, che ha affermato: «Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere di fronte a un’altra, ulteriore condanna di un artista che rischia la vita solamente per aver espresso il suo pensiero in difesa della libertà e della democrazia. Non si può essere ammazzati a causa di una canzone, di una poesia o di un videoclip. Invitiamo tutti gli artisti, la società civile e le istituzioni italiane, europee e internazionali a mobilitarsi per salvare la vita di Toomaj Salehi e chiedere al regime iraniano la sua immediata liberazione» (qua si può leggere l’intero articolo in materia).

Più tiepida, invece, la scena rap italiana. Almeno quella mainstream, che (per ora) non ha ‘alzato la voce’, forse distratta dal programmare gli outfit estivi, più che a pensare a questioni quali ‘diritti’ e ‘libertà’.

Fortunatamente delle eccezioni ci sono, come Davide Borri, Kento o Murubutu. Anzi proprio quest’ultimo ha fatto un pezzo ad hoc (qua lo potete vedere e ascoltare): «Questo è il mio contributo alla campagna per fermare l’esecuzione del rapper condannato a morte dal tribunale rivoluzionario di Isfahan per il contenuto delle sue canzoni. Toomaj nei suoi testi ha condannato il regime e sostenuto le proteste contro la morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia iraniana il 16 settembre 2022, accusata di non indossare correttamente il velo. Date visibilità a questa campagna come hanno fatto anche Davide Borri Francesco Oggiano Tananai Kento Club Tenco Michele Wad Caporosso e molti altri fra giornalisti e artisti. Firmate l’appello», ha scritto Murubutu in merito al brano che ha composto con la ‘complicità’ di James Logan che gli ha dato il beat giusto per un pezzo che arriva dritto al cuore del problema.

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