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Womad Festival: la World Music del Terzo Millennio, lontana anni luce da quella degli Anni Novanta

SAMSUNG CSCIl Festival della Womad – World of Art, Music and Dance – è l’occasione per conoscere della musica che, diversamente, sarebbe difficile trovare.
Oltre a musicisti affermati – come ogni buon festival che si rispetti – infatti qua abbiamo anche musicisti sconosciuti (ai più almeno) che propongono una musica che spesso arriva da lontano. Dall’Africa. Dall’India. Dall’Asia. Dal Sud America. Da ovunque, anche dall’Italia.

Si tratta per lo più di rivisitazione di musiche tradizionali.
Va subito detto che non siamo più di fronte a un fenomeno – quello della World Music – come era negli Anni Novanta.
Non si tratta più di una proposta musicale presa dai luoghi di origine e portata in Occidente, per farla conoscere e ampliare gli orizzonti musicali.

Siamo a una evoluzione di questo concetto.

SAMSUNG CSCQuello che si trova al Womad infatti è qualcosa di diverso: è più vicino alla contaminazione.
Pur essendoci degli artisti ‘puri’, cioè che non propongono suoni di diversa origine che si miscelano tra loro, per lo più, siamo di fronte a musicisti che, accanto agli strumenti tradizionali, mettono quelli di matrice più occidentale e creano dei suoni assolutamente originali.

Sicuramente tutto questo è interessante, ma segna anche un confine netto su quella che è – o meglio ‘era’ – la World Music, quando scoppiò il fenomeno.

Un’evoluzione, come dicevamo, ma non necessariamente un miglioramento.

Accanto alla musica, non può mancare tutta quella marea di annessi e connessi di cui si potrebbe anche fare a meno. Si tratta della parte che si trova nel parco vero e proprio e che si chiama ‘World of Wellbeing’ dove si trovano tende, tendine e quant’altro con lo sciamano di turno che offre dai massaggi alla lettura della mano.

SAMSUNG CSCPer carità è folklore anche quello. Fa parte dell’atmosfera generale. E, forse ci vuole anche questa parte. Ma forse è un po’ abusato come stereotipo in un contesto del genere e, magari, ti aspetteresti qualcosa di un po’ meno scontato.

Camminando nel parco, comunque, si trova veramente di tutto. Peccato che essendo tutto a pagamento (e non economico) pare che la gente preferisca andare oltre e queste tende restano aperte con lo sciamano di turno – sempre lui – fuori che ti guarda come a chiedere ‘Non vuoi un massaggio a sole 30 sterline per un quarto d’ora?’.

SAMSUNG CSCSempre nella zona parco – oltre all’area dedicata ai più piccoli – ci sono anche angoli interessanti, come la parte dedicata alle conferenze, dove viene data la parola ad associazioni ambientaliste, animaliste, a voci ‘fuori dal coro’ comunque. Ma soprattutto la novità di quest’anno è il ‘Physics Pavillion’ gestito dal Cern di Ginevra.

Ecco, anche una persona che non capisce niente di fisica, ma proprio niente di niente, trova interessanti gli incontri di questo padiglione, dove concetti astrusi e difficili vengono resi alla portata di tutti grazie a spiegazioni ‘creative’.
E la riflessione è che forse la differenza tra i ‘geni’ e i ‘presuntuosi’ sta proprio nel modo di proporre la propria materia: i primi te la rendono comprensibile e soprattutto piacevole, i secondi te la fanno cadere dall’alto dei cieli e ti allontanano sempre più.

SAMSUNG CSCL’arena, invece, è un luogo enorme, dove vi sono tre palchi principali e altri tre secondari.
Questo solo per far capire le distanze da coprire per andare da un palco e l’altro che sono veramente notevoli.
Tutto intorno, un mercatino pseudo-etnico e banchetti di cibo da ogni parte del mondo.

SAMSUNG CSCIl particolare che colpisce è che, mentre da noi i banchetti per così dire ‘etnici’ sono gestiti da persone del Paese di provenienza della merce, qua è tutto (o quasi) gestito da inglesi. Raramente – molto raramente – si trovano persone di etnia diversa da quella britannica.
Anche la qualità della proposta merceologica non è delle più eccellenti. Siamo lontani dall’artigianato ‘del mondo’, ma siamo vicini a una sorta di artigianato globale da esportazione, che va bene per tutte le stagioni e tutti i luoghi.

SAMSUNG CSCAlla fine dei conti, il Womad Festival rispecchia perfettamente i tempi che stiamo vivendo: sempre più ‘globali’ e sempre meno ‘locali’. Resta – per fortuna – la sempre ottima proposta musicale, che, comunque sia, è interessante e apre delle finestre di conoscenza che, diversamente, sarebbe difficile riuscire a scardinare.

 

@fedisp

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