Pubblicato il Lascia un commento

Xenoverso: il viaggio di Rancore in una moltitudine di tempi futuri ancora da scoprire

«Tutto quello che si conosce sta nell’Universo. Tutto quello che non si conosce o si è dimenticato sta nello Xenoverso». Alcuni giorni fa, sui social, Rancore ha così risposto a chi gli chiedeva cosa fosse o cosa ci fosse nello Xenoverso, facendoci capire che parlare del suo ultimo disco non è certamente cosa facile.

Già, perché non si tratta ‘solo’ di un album. E’ qualcosa che va oltre. E’ un mondo. Anzi, un universo. Anzi, uno Xenoverso, per usare il termine da lui stesso creato all’uopo.

Di fatto, ascoltare l’ultimo album di Rancore è intraprendere un viaggio attraverso varie dimensioni. Rancore ci racconta che in questo album veste i panni di un cronosurfista, ma non è solo quello. Non viaggia certo esclusivamente attraverso lo spazio e il tempo.
Non solo, almeno.

Il progetto ‘Xenoverso’ parte da lontano. Parte da una serie di briciole che l’artista ha seminato da circa un anno, attraverso i suoi canali social e che sono servite a creare questo universo parallelo o molteplicità di universi paralleli che sono, alla fine, sfociati nell’album.
Un disco complesso, quello che ha realizzato Rancore, nel quale ci si trova ad affrontare diversi livelli di lettura, con l’assoluta consapevolezza che se ne stanno perdendo altrettanti.

Che la fantascienza fosse un genere affine a Rancore non è certamente una novità. Anzi, al massimo è una conferma della sua passione per questo genere. Certamente qua si è superato: ha dato vita a quello che potrebbe tranquillamente essere un libro, un film, un disco e molto altro, tutto insieme.

Lo scenario è quello futuro. Distopico? Forse. Ma non troppo. Nel senso che, a ben leggere/ascoltare quello che ci racconta, c’è molto più presente che futuro nei testi di ‘Xenoverso’. Ci si possono trovare molteplici riferimenti all’oggi. Più di quelli che un primo ascolto può far immaginare.

Si può dire che vi sono fondamentalmente due approcci distinti a questo album: uno di ascolto semplice, che si ferma a delle produzioni che aiutano l’ascoltatore a non ‘scappare’ da una complessità a tratti decisamente elevata e che fa trovare l’album non facile, ma comunque sempre gradevole all’ascolto e si fa apprezzare per quegli incastri verbali che Rancore riesce a creare sempre e comunque (due i brani che spiccano ‘Freccia’ e ‘Rime’). Anzi, in ‘Xenoverso’ Rancore ha sicuramente raggiunto vette di ricerca linguistica davvero alti e raggiungibili solo da pochi.

Il secondo livello di ascolto, invece, porta più in profondità ed è un po’ come leggere un libro o guardare un film: ascoltando i testi, legandoli tra loro, se ne scoprono sempre nuovi aspetti, nuovi spunti e nuove suggestioni. Nasce così un concept dalle mille sfaccettature che continua a svelare angoli bui e nascosti di una storia evanescente. Un’operazione che rimanda ai grandi concept Anni Settanta, ma che, nonostante questo, non ha alcun sapore retrò.

Che poi ci siano anche un terzo, quarto, quinto e così via livello di ascolto è ovvio. Ma fermiamoci a questi due che già non sono poco.

Quello che Rancore ha realizzato è sicuramente il progetto che aveva in mente. E questo è il dato positivo di tutta l’operazione ‘Xenoverso’ che non si ferma certo a 17 brani di un album, ma va ben oltre.
Dove sia questo ‘oltre’ e cosa sia sono domande che restano un po’ nella nebbia per ora. Sicuramente non è facile seguire Rancore in questo percorso. Interessante sì, lo può essere. Facile senz’altro no.

E’ un lavoro che non spaventa certo chi ama la sua musica ed è abituato ai suoi voli pindarici. Ma è anche un album che conferma come il conquistare le classifiche o il mainstream sia davvero l’ultimo pensiero di Rancore. E questo nonostante abbia inserito nella tracklist sia ‘Eden’ – il brano che presentò al Festival di Sanremo – sia l’orecchiabile ‘Equatore’ che vede la partecipazione anche di Margherita Vicario e che resta uno dei punti più bassi della produzione del rapper romano, ma anche uno dei più orecchiabili.

Chi lo ama, lo segua. Per gli altri, c’è tanta musica in giro, molto più ‘facile’, che possono fare anche a meno di un viaggio nello Xenoverso.

Un viaggio, invece, che è consigliabile fare, se non altro per la curiosità di capire meglio cosa sia e perché vale la pena diventare a nostra volta cronosurfisti.

Ultimissima nota di colore: l’album – che oltre alla Vicario, vede il solo featuring di Nayt – si apre con ‘Ombra’ dove l’artista afferma la propria identità attraverso l’ombra che lo segue, appunto, ma si chiude con ‘Io non sono io’, che, di fatto, apre a miriadi di capitoli paralleli, ipotizzando una sostituzione. Potrebbe sembrare la chiusura di un cerchio, ma forse è solo l’apertura di un’altra finestra sullo Xenoverso che ci porterà chissà dove. O forse da nessuna parte, perché se una cosa si è capita è che tutto può accadere nello Xenoverso, compreso di incontrare le ‘buiole’, antitesi delle lucciole.

‘Xenoverso’s.m. dal gr. xénos ‘straniero, ospite’ || dal lat. versus, part. pass. di vertĕre ‘volgere’: L’ambiente che contiene tutto ciò che è inclassificabile nell’insieme dei corpi e dei fenomeni del nostro Universo; inconoscibile: l’ermetismo dello X.l’inafferrabile X.; ciò che confina con tutti gli spazi, i tempi e le dimensioni dell’Universo nell’insieme delle cose che si antepongono o che vengono escluse nella percezione della nostra realtà: non mi hai visto perché sono stato nello X.; ho dei messaggi dallo X.; la mia ombra è un residuo dello X. || Termine utilizzato nel trattato ‘La filosofia dei Versi’ (autore anonimo) per descrivere l’interazione tra l’Universo e lo X., tale interazione è spesso conflittuale.’

Così ha dichiarato Rancore, parlando dello Xenoverso: «Sono nato in un’epoca incastrata nel presente, dove la verità è imprigionata in ciò che è tangibile e dimostrabile. Esistono tante cose che non conosciamo, tante storie che si muovono fuori dal nostro presente, tante vite che viaggiano fuori dalla nostra realtà quotidiana e tanti mondi nascosti dietro gli angoli dell’Universo.  Ho cercato una parola che riuscisse a sintetizzare questa sensazione, una parola che desse una casa a tutto questo. L’ho trovata in Xenoverso e ho dovuto navigare tanto per arrivarci. Come in un diario di bordo ho deciso di scrivere, di cantare, di fotografare, di disegnare questa lunga avventura. Xenoverso è un mondo che parte da un disco ma che forse può andare oltre.  Tra piante, animali, sistemi, leggi fisiche, storie ed avventure, sono qui per raccontarvi tutto. Sperando che, anche in questo caso, sia la fantasia il vero motore per descrivere la realtà».

TRACKLIST

01) Ombra
02) Freccia
03) Federico
04) Guardie&Ladri (feat. Nayt)
05) Cronosurfisti (Skit)
06) Lontano 2036
07) X Agosto 2048
08) Arakno 2100
09) Guerra dei Versi (Skit)
10) Le Rime (Gara tra 507 parole)
11) Fantasia
12) Ignoranze Funebri
13) Eden
14) Equatore (feat. Margherita Vicario)
15) Xenoverso
16) Questa cosa che io ho scritto mi piace
17) Io non sono io

LEGGI ANCHE: Tre brani per iniziare il viaggio nello Xenoverso di Rancore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *