Lontano dagli stereotipi, dalle mode del momento e dai suoni mainstream, Dj Fastcut torna con il quarto capitolo dei Dead Poets, ‘Ad Honorem’.
La scelta dell’uscita è quanto meno singolare: a ridosso del Natale, forse per dare un’idea alternativa a chi è in cerca dell’ultimo regalo all’ultimissimo tuffo. Una scelta, però, sicuramente ponderata e che lancia sul mercato un disco sicuramente interessante.
Ancora una volta, infatti, Dj Fastcut chiama a raccolta alcune delle migliori penne del panorama hip hop italiano e dà loro lo spazio per esprimersi e realizzare un disco di schietto rap.
A differenza dei lavori che hanno preceduto questo capitolo, caratterizzati da ospiti di primissimo piano, dove l’underground si mischiava con nomi che, pur nascendo in quel contesto, si erano fatti spazio nel mondo della musica, qua, fatta eccezione per qualche frequentatore fisso della saga, Fastcut ha voluto dare spazio a rapper emergenti, facendoci conoscere, così, un impressionante numero di rapper oggi sconosciuti, ma che potenzialmente saranno il futuro del genere.
E, così, troviamo nomi famosi che ‘incrociano’ nomi ai più sconosciuti, creando interessanti incontri artistici che, senza questo progetto, probabilmente non si sarebbero mai realizzati.
La proposta, anche in questo caso, è molto tradizionale, ma non si può dire che sia ‘old school’. Sarebbe limitante catalogarlo in questo modo. La proposta dei Poeti Estinti è ‘senza tempo’. Suona attuale oggi, come lo sarebbe suonata nel passato e probabilmente suonerà nel futuro.
E’ questa una peculiarità che fa di questi 4 capitoli un qualcosa di musicalmente omogeneo, disco dopo disco.
‘Ad Honorem’ è stato anticipato da tre singoli: ‘Knockout’, ‘A carte scoperte’ e ‘Skillatissimi’ (se ne vuoi sapere di più, puoi leggere qua e qua), che hanno aperto la strada all’uscita a un album che presenta 14 tracce che rappresentano, alla fine, un mix di stili e influenze che rendono il disco un ascolto interessante, facendo scoprire i pezzi migliori, ascoltando l’intero album pezzo dopo pezzo, seguendo una tracklist costruita con estrema attenzione.
Tra i brani, spicca sicuramente «Stacca un po’» con Bobbi Sole e Deco, caratterizzato da atmosfere oscure e d’impatto, così come non si può non citare «Un’altra gemma nelle tasche», pezzo riflessivo e che si avvale di Sace, Lanz Khan e soprattutto Claver Gold che dà una marcia in più al brano.
Insomma, un album da ascoltare e riascoltare che prosegue nel progetto del suo ideatore, di dare spazio a un approccio molto classico al genere, pur senza farlo sentire ‘vecchio’, ma regalando freschezza all’insieme dei brani proposti.
TRACKLIST
- 1. Intro
- 2. Bon Vojage ft. Trasgy, Virux, Nor, Vashish
- 3. Linguaggi nascosti ft. Vinzulto, Prodest, Buster Quito
- 4. A carte scoperte ft. Suarez, Sgravo, Royal Damn
- 5. Un’altra gemma nelle tasche ft. Lanz Khan, Sace, Claver Gold
- 6. Avada Kedavra ft. William Pascal, Panz, Pacman, White Boy
- 7. Stacca un’po ft. Bobbi Sole, Deco
- 8. Il cenacolo ft. Gabrixx, Djomi
- 9. KnockOut ft. Nyvek, Wiser Keegan, Klaus Noir
- 10. Skillatissimi ft. Gimmy Lo, DogonNogoD, Buster Quito, Omega Riot, Keitho
- 11. Street regulator ft. KappaO, Tundra, MacMic
- 12. Bloody mary ft. Nyvek, Djomi
- 13. Fate largo ft. Binario4
- 14. Sul serio ft. NoWorz, Los Migol, Bruno Bug