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Viaggio ‘track by track’ in ‘Questo non è un cane DOMO’ di Claver Gold

Questa non è una deluxe classica. Questo è un disco diverso. Una versione alternativa per un album «che ha ancora molto da dire», come ci ha detto il suo autore, Claver Gold, che ha appena pubblicato la deluxe di ‘Questo non è un cane’. (qua l’intervista)

Ancora una volta, Claver Gold ha fatto una scelta decisamente non scontata e ha rimesso mano a praticamente tutti i brani, aggiungendo a ogni pezzo senza ospiti nella prima versione, un featuring rap nella seconda parte del brano e, come non bastasse, aggiungendo due inediti. Ed ecco che ci consegna un album di fatto ‘nuovo’. E la chiama DOMO, da domestico.

Rimane uguale l’Intro che fornisce le coordinate per il viaggio nel mondo di Claver che sta per iniziare e, quindi, non aveva certo bisogno di essere ‘rivista’.

Poi, la deluxe dopo l’intro, apre con i due inediti, ‘I miei cani’ e ‘Con i miei brothers’, due brani tipicamente targati Claver Gold, dove ci fa entrare in punta di piedi nel suo mondo, facendoci vedere delle immagini, come fossero fotografie che catturano istanti della sua vita. Brani, comunque, più leggeri rispetto quelli che generalmente hanno caratterizzato la prima versione e che dimostrano che 2 anni non sono passati senza lasciare traccia, ma che il loro autore ha comunque continuato ad evolversi e non è giù più quello che era nel 2022.

Prende, quindi, il via la nuova-vecchia tracklist dove, come ci diceva nell’intervista, ha coinvolto giovani rapper e ‘vecchie conoscenze’ per dare nuova linfa ai pezzi, attraverso una loro una strofa, in sostituzione di una sua.
In alcuni casi l’intervento dà una spinta nuova al brano e lo migliora, in altri ne fa una versione diversa da quella originale, ma il risultato finale si distacca poco o niente dalla prima versione.

Ma andiamo per ordine e addentriamoci track by track.

‘Quelli come noi’ nella DOMO vede la partecipazione de Il Turco che mantiene il tono del pezzo, portando il suo punto di vista sul tema affrontato dal brano, quello di una vita difficile, affrontata sempre ‘a muso duro’. Onestamente non è che aggiunga molto al brano originale, ma dà comunque una lettura diversa dello stesso tema.

‘Boloricordo’ mantiene il sapore nostalgico di ricordi di un periodo passato e che viene qua fatto rivivere. A dare il suo contributo è Brenno Itani che si aggiunge a quello nell’originale di Bader Dridi. E Brenno Itani porta il suo ricordo degli stessi tempi e, quindi, arricchisce questo brano rendendolo una sorta di pagina di diario.

‘Malastrada’ è stato il singolo che ha trainato nel 2022 l’uscita dell’album: era e resta un brano orecchiabile, ma qua si arricchisce del feat di Kenzie che racconta la sua ‘malastrada’, inserendo una strofa che è perfetta per il brano, migliorandolo per quanto si possa migliorare quello che già era un brano di punta dell’album.

‘Mai più’ nella versione originale aveva già il contributo di Davide Shorty, a cui, in questa, si aggiunge SPH che fa una buona strofa, ma che non aggiunge molto alla versione originale, già molto raffinata sia come testo che come produzione e con la presenza di un ‘cavallo di razza’ come Davide Shorty che riesce a fare la differenza dove appare.

Nella spiegazione originale di ‘Horror vacui’, Claver ci dice che è un brano che parla della «paura del vuoto, raccontata da un uomo che sa che solamente dal vuoto può nascere qualcosa». Nella DOMO il brano vede l’intervento di Mattak che dà il suo contributo con una bella strofa, che, però, forse non è completamente a fuoco e attinente al tema affrontato da Claver e, sebbene sia davvero un buon esempio di rap, non si inserisce granché nel brano.

‘Nak Su Kao’ vede l’arrivo di Danno e Kaos con il loro contributo sul brano originale. Il titolo prende spunto da una famosa frase di un film con Van Damme e, nella descrizione a suo tempo, questo pezzo veniva definito dall’autore come «il più ricco di immagini, citazioni e similitudini con il Muay Tay: alcune persone sono nate per fare il rap, addestrate a fare rime fin da piccoli. Per altri è solo lucro». E in questa nuova versione Claver Gold ha trovato due ‘compagni di viaggio’ perfetti, che sono riusciti a entrare completamente nel brano, portando il loro immaginario e modo di scrivere nel mondo di questo pezzo, dove dicono la loro, ma utilizzando quelle immagini, similitudini e citazioni già scelte da Claver Gold, attestando il brano come quello con uno dei migliori featuring dell’album.

‘Il coraggio di dirti’ nella versione originale era, forse, uno dei brani più difficili come tematica, parlando, senza grandi filtri, del proprio vissuto. Nella DOMO, questo brano vede la partecipazione di Dutch Nazari che non si distacca molto dalla tematica, ma aggiunge la propria visione, diversa e uguale allo stesso tempo. In questo modo, Nazari riesce ad alleggerire l’atmosfera complessiva del brano, senza però snaturarlo e rendendolo uno dei migliori dell’album.

‘Josephine’ era sicuramente il brano più romantico della prima versione, con un ritornello affidato a Valter Guidi che dava (e dà) un tocco retrò perfetto per un pezzo che parla della ricerca della donna perfetta. In questa versione si aggiunge Djomi che si inserice con una strofa decisamente molto interessante, dimostrando di aver compreso il mood della canzone. Il suo contributo è sicuramente un ‘in più’ che, se possibile, migliora ancora il brano.

L’aveva detto Claver che ‘Rainbow’ (che onestamente era un buon pezzo anche nella versione originale) sarebbe apparsa profondamente cambiata nella deluxe. E, davvero, non scherzava: è decisamente un altro brano. Il testo resta lo stesso, cambia il ritornello che viene affidato a Bleach che ne fa un piccolo capolavoro, che si sposa in maniera stupenda con la raffinatissima produzione di Gian Flores, basata sostanzialmente su piano e archi. Produzione e ritornello, in effetti, danno una spinta a questo brano con un testo e tematiche decisamente importanti, come la ricerca della libertà, il razzismo o la democrazia imposta dai più forti.

Gitana’ vede la partecipazione di Chiky Realeza e racconta la storia d’amore tra un ragazzo di città e una gitana: sentendolo in questa nuova versione sembra un brano nato per essere a due voci e per proporre il doppio racconto, così come accade nella deluxe. Resta molto interessante la produzione che non si distacca da quella originale ed è sicuramente degna di nota.

Sapori e sostanza’ aveva già il featuring di Tormento, quindi, niente da aggiungere e niente da togliere rispetto alla versione originale.

‘Fragole e miele’ era già nella prima versione uno dei brani migliori dell’album e tale resta. Qua c’è la presenza di Murubutu che dà quell’«in più» che davvero non guasta. E’ la conferma che i due rapper, pur avendo modi diversi per raccontare la stessa storia, non lo fanno in maniera opposta ma complementare. Ed ecco che l’apporto di Murubutu a questo brano è quella pennellata di colore che lo fa definitivamente decollare.

Domenica’ racconta di una ‘domenica senile’, come spiegò a suo tempo Claver Gold, ma questa domenica viene stravolta, così come può accadere per la vita stessa. Ed è Moder che, portando la sua visione di questi stravolgimenti, regala le sue rime al brano, rendendolo ancora più intenso.

‘Il cuore di un cane’ aveva già nella versione originale i feat di File Toy e Stephkill e rimane tale e quale. Del resto, perché toccare qualcosa che è già perfetto così?

I featuring si chiudono con Ugo Crepa che arriva in ‘Dopo di noi’. Originariamente, Claver disse che questo brano nasceva dalla sua ricerca di risposte a domande quali se abbiamo fatto abbastanza per questa vita, o chi prenderà il nostro posto o, ancora, se stiamo realmente dando il massimo. Domande che possono riguardare la musica, ma anche l’antropologia e Claver porta Ugo Crepa a riflettere sulle stesse tematiche per quello che è un intervento a fuoco e di qualità.

La tracklist si chiude con l’Outro affidata a Dj Fastcut come nella versione originale.

Ed eccoci alla fine di questo viaggio ‘track by track’ di ‘Questo non è un cane DOMO’ e, al di là dei pareri personali sui singoli brani, si conferma un disco ancora ricco di spunti e dimostra che, veramente, come dice il suo autore, ha ancora molto da dire.

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